Spettacoli
14 Aprile 2024
Il celebre attore e il regista Giorgio Gallione portano a Ferrara il concept album di Fabrizio De Andrè

La buona Novella di Faber secondo Neri Marcorè

(Foto di Marco Caselli Nirmal)
di Redazione | 2 min

Leggi anche

Tutte le stagioni del Teatro Nuovo

La proposta artistica del Teatro Nuovo di Ferrara con il cartellone 2024-25, sulla scia delle passate stagioni, si conferma ricca e diversificata, con lo scopo di soddisfare un ampio pubblico

di Federica Pezzoli

Secondo il prete di strada genovese don Andrea Gallo gli evangelisti sono stati cinque: oltre ai quattro canonici, c’era Fabrizio De Andrè. Per chi non conoscesse già il concept album di Faber, lo spettacolo “La lieta novella”, in scena al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara fino a oggi, domenica 14 aprile, aiuta a capire cosa intendesse il prete di strada genovese.

Come già in “Quello che non ho”, Neri Marcorè e Giorgio Gallione tornano a collaborare sulle canzoni di De Andrè, dando vita a questo nuovo lavoro di teatro canzone nel quale i brani si intrecciano al racconto e alla narrazione, questa volta dei Vangeli apocrifi, fonte di ispirazione già del cantautore stesso nella scrittura de “La buona novella”.

Intorno alla coppia Marcorè-Gallione si muovono le protagoniste femminili dello spettacolo: Rosanna Naddeo, che dà voce a una Maria più madre che prescelta, Giua (voce e chitarra), Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Anais Drago (violino e voce), Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica). A completare la compagnia Francesco Negri al pianoforte.

Figure fondamentali per la riuscita piena di questo progetto sono poi Paolo Silvestri, che cura gli arrangiamenti musicali come già in “Quello che non ho”, e lo scenografo Marcello Chiarenza, che lavora per metafore ed evocazioni proprio come fece De Andrè nel disco. Solo per fare un esempio, Chiarenza grazie alla sua rosa rossa in cima a una scala di spine riesce a rispettare la concezione di De Andrè di un Gesù mai in scena in prima persona, ma sempre evocato, invocato, dagli altri personaggi, prima fra tutti la madre, Maria.

“La buona novella” non è dunque solo un concerto, ma uno spettacolo corale originale, recitato, agìto e cantato dagli interpreti, che riesce a tirar fuori la natura non sacra, ma certo spirituale e morale del disco di De Andrè. Al centro dello spettacolo la forte umanizzazione dei personaggi, che già è stata la cifra distintiva
del lavoro di Faber. Anche da qui la scelta dei vangeli apocrifi, il cui ruolo viene ampliato da Gallione per raccontare il passaggio dal lato A al lato B del disco di De Andrè: l’infanzia di Gesù, un bimbo come gli altri se non fosse per “i superpoteri”, come li chiama Neri Marcorè sul palco.

Dal primo “Laudate Dominum”, attraverso brani come “Il sogno di Maria”, un’annunciazione lontanissima dall’iconografia tradizionale, e ancora “Ave Maria”, “Via della croce”, “Tre Madri”, “Il testamento di Tito”, si arriva così al “Laudate Hominem” del finale: “No, non devo pensarti figlio di Dio, ma figlio dell’uomo, fratello anche mio”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com