Attualità
13 Aprile 2024
Firma dal notaio per il trasferimento dallo Stato nell'ottica di una valorizzazione dell'intero complesso

Monastero di Sant’Antonio in Polesine, il Comune di Ferrara acquisisce il secondo chiostro

di Redazione | 3 min

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Firmata di fronte al notaio, alla presenza per il Demanio del vice direttore, l’ingegnere Roberto Capuano, dell’assessore con delega al Patrimonio del Comune di Ferrara Angela Travagli, dell’ingegnere Salvatore Di Bari e dell’architetto Natascia Frasson, l’acquisizione da parte del Comune, tramite il federalismo culturale, del secondo chiostro del “Monastero di Sant’Antonio Abate (o di Sant’Antonio in Polesine) – Caserma Caneva”.

L’acquisizione a titolo non oneroso del compendio finora di proprietà statale, è il risultato di una proficua collaborazione dell’Ufficio Patrimonio in sinergia con il Ministero della cultura, l’Agenzia del demanio e le monache benedettine. Il primo chiostro era già di proprietà del Comune e concesso in uso alle monache di clausura benedettine.

Nell’ottica di restauro e valorizzazione era stato infatti sottoscritto il mese scorso l’accordo di valorizzazione tra Comune, Demanio e Ministero, segnando così l’acquisizione di una porzione significativa dell’immobile. Questa operazione ha consentito di riunire in un’unica proprietà (comunale) il bene culturale e di concedere in uso gratuito alle monache anche gli spazi del secondo chiostro, finora del Demanio, al fine di valorizzare tutto il complesso. Il Comune con l’accordo si è inoltre impegnato a destinare il bene al Monastero stesso, per 50 anni, a fronte di un investimento delle monache di 1 milione di euro.

Il via libera era avvenuto lo scorso 5 dicembre 2023, con delibera di Giunta Comunale proposta dall’assessore al patrimonio Angela Travagli. Alla sottoscrizione dell’accordo di valorizzazione, che dà esecuzione alla delibera, lo scorso marzo, è seguita oggi la firma dell’atto notarile per il trasferimento.

“L’acquisizione e il recupero di questa parte del monastero rappresentano tappe cruciali per riportare in vita uno dei nostri tesori più degni di nota, che contribuirà ad arricchire l’offerta culturale e turistica della città, oltre che preservare e rivitalizzare un punto di riferimento cittadino per la comunità religiosa”, afferma il sindaco Alan Fabbri.

“Con questa operazione possiamo avviare un processo di restauro importante al fine di valorizzare un gioiello dell’antica Ferrara, che diventerà un punto di incontro per religiosi, cittadini e turisti – sottolinea l’assessore al Patrimonio, Angela Travagli -. La collaborazione con le monache benedettine, che ringrazio, è stata essenziale per poter lavorare insieme e restituire a Ferrara questo luogo di bellezza e pace”.

La realizzazione del Centro di valorizzazione della cultura e per l’accoglienza monastica benedettina prevede un investimento combinato, con una parte dei finanziamenti provenienti dal progetto ‘Ducato Estense’ (circa 1.3 milioni di euro assegnati dal Ministero della Cultura, Dicastero della Cultura), più 1 milione di euro di contributo privato fornito dalle Benedettine per completare la ristrutturazione. L’obiettivo primario rimane la creazione del Centro per valorizzare la cultura e offrire ospitalità monastica.

Il restauro comprende interventi di ristrutturazione e l’installazione di nuovi impianti, con particolare attenzione all’accoglienza dei pellegrini, alle esposizioni e alle attività culturali. L’obiettivo è ripristinare l’integrità originaria del luogo per i pellegrini e i turisti. Una parte dell’edificio, che include gli appartamenti restaurati della Prefettura, rimarrà di proprietà dello Stato.

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