Egregio Direttore,
sono un pensionato con problemi di salute, residente nel Comune di Mesola, che vive con la propria moglie, la quale ha problemi di deambulazione.
Sono costretto a scrivere la presente lettera, affinché la Direzione delle Poste SpA, prenda conoscenza, tramite le colonne del suo giornale, dell’esistenza di un problema, relativo alla consegna delle raccomandate: problema che riguarda anche tanti altri cittadini con i quali ho parlato.
Mi è capitato di recente di trovare nella cassetta della posta un biglietto, scritto col palmare del portalettere, col quale si avvisa che, non trovando nessuno in casa, ha lasciato un avviso per recarsi presso l’Ufficio postale per il ritiro di una raccomandata.
E invece sia io che mia moglie siamo sempre in casa; per cui, suonando il campanello, non avrei difficoltà ad aprire la porta e ritirare la posta raccomandata.
Faccio presente, però, le difficoltà nelle quali si trovano tante persone anziane costrette a doversi presentare all’ufficio postale per il semplice ritiro di una raccomandata.
Sarebbe il caso che la Direzione di Poste Italiane SpA, anziché obbligare il proprio personale a servizi alquanto approssimativi, specialmente in un territorio disagiato come il nostro, indicasse ai propri portalettere il modo più rispettoso per l’utenza di consegnare al domicilio le lettere raccomandate loro indirizzate: ad esempio, quella che ho dovuto andare a ritirare all’Ufficio Postale del mio paese, era l’invito per mia moglie di presentarsi alla visita per la concessione dell’assegno di accompagnamento.
Un po’ di umanità e di rispetto non guasterebbe da parte dei portalettere e della Direzione delle Poste.
La ringrazio per la gentile attenzione e porgo distinti saluti.
Lettera firmata