di Elena Coatti
Ancora troppe aggressioni al personale sanitario. Nel 2023 l’Emilia Romagna ne conta 2401, mentre Ferrara “solo” 142 guadagnandosi così il titolo di città più tranquilla rispetto alle altre della regione. Tuttavia, la città estense non abbassa la guardia e attua un “Piano di prevenzione, gestione e monitoraggio degli eventi aggressivi a danno degli operatori sanitari”, redatto tra gli altri dai direttori sanitari e dal Coordinamento rete ospedaliera.
Il piano è stato presentato giovedì 11 aprile in Prefettura, con la presenza dell’assessore alla Sanità della regione Emilia Romagna Raffaele Donini, della direttrice generale dell’Ausl di Ferrara Monica Calamai e il prefetto Massimo Marchesiello.
“Ferrara rappresenta un punto di riferimento a livello regionale – dichiara l’assessore Donini – e il fatto che una città più tranquilla di altre realizzi un piano completo e raffinato nelle azioni al supporto della sicurezza per gli operatori ci fa piacere perché vuol dire che il fenomeno non è trascurato, ma anzi estremamente attenzionato”.
“Il tavolo che è stato attivato ci ha dato modo e motivo di andare a fare una nuova riflessione – dichiara Calamai – per strutturare un piano di più ampio respiro che cercasse di comprendere tutti gli aspetti che potevano essere migliorati per la sicurezza dei nostri operatori sanitari. A livello nazionale e regionale è stato fatto molto: abbiamo infatti una normativa, la n. 113 del 2020, e abbiamo messo in piedi una serie di azioni che in parte sono state attuate e in parte in divenire. E’ stato istituito inoltre nel 2022 un Osservatorio nazionale che monitora tutte le azioni violente e ci fornisce un report di dati relativi all’entità e alla frequenza degli episodi di violenza”.
Dai dati presentati dalla direttrice generale Ausl, si evince che le aggressioni avvengono con maggiore frequenza nei Pronto Soccorso, in orario pomeridiano e nei giorni feriali. In particolare, le vittime sono più spesso i giovani dai 30 ai 39 anni e, ad evidenziare quanto la violenza di genere attraversi ogni ambito della società, donne. Le violenze sono per il 68% verbali e più spesso dagli stessi pazienti o dai loro accompagnatori e caregiver. Gli ambiti in cui questi episodi risultano più frequenti riguardano i servizi di emergenza-urgenza, le strutture psichiatriche e i servizi per dipendenze patologiche.
Alla luce delle statistiche dell’Osservatorio nazionale, il Piano, che “non si limita a proteggere gli operatori sanitari, ma li coinvolge attivamente” ricorda Donini, prevede l’intensificarsi degli interventi già attuati come la presenza delle forze di polizia, l’introduzione della figura dell’infermiere Flow Manager (già fatto nell’ospedale di Cona) e del Case Management, la presenza in turno di almeno due operatori nei Ser. D., l’installazione di monitor per i tempi di attesa e l’inserimento di alcuni volontari che supportino l’orientamento degli utenti.
Gli obiettivi principali del Piano saranno quelli di sensibilizzare il personale a denunciare gli episodi di violenza, formandolo periodicamente sulle misure di prevenzione da attuare e supportandolo psicologicamente nel caso l’aggressione sia già avvenuta. Non solo, grazie alla mappatura degli ospedali e delle strutture sanitarie del territorio saranno individuate le zone meno illuminate e più isolate. Un’attenzione particolare anche alla logistica, valutando l’arredo che potrebbe essere usato come oggetto contundente.
“È fondamentale riconoscere l’importanza del lavoro svolto dal personale sanitario – conclude Marchesiello -, che si dedica quotidianamente alla cura e al benessere della comunità, spesso in condizioni difficili. Desidero, peraltro, sottolineare anche l’impegno e lo sforzo significativo profuso dalle autorità di polizia locali, che collaborano strettamente con le autorità sanitarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro. Attraverso una presenza costante e una vigilanza attenta, le forze dell’ordine contribuiscono a creare un contesto in cui gli operatori sanitari possono svolgere le loro funzioni in sicurezza. Continueremo a lavorare insieme per rafforzare ulteriormente queste misure e per promuovere il rispetto e la valorizzazione del personale sanitario”.
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