Lagosanto. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente 10 marzo 2020 dice: “L’aggiudicatario deve evitare di praticare la capitozzata e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione”.
Il circolo di Legambiente del Delta del Po di Comacchio, per bocca della presidente Paola Batistini, fa sapere di aver ricevuto “l’ennesima segnalazione di questa ‘pratica’ vandalica che crea un danno permanente agli alberi, una pratica che proviene dall’agricoltura, ma se per gli alberi da frutta, che hanno proprio come scopo produrre, ha un senso, per gli alberi urbani e non, è solo un modo per portarli a fine vita rapidamente creando anche un pericolo per le persone”.
È notizia degli ultimi giorni il taglio in via Sant’Appiano a Lagosanto di “un’intera via alberata dove i cittadini passavano a piedi e in bicicletta e che ci hanno descritto come via ‘romantica’, grazie alla presenza di alberi che con la loro chioma formavano una galleria naturale, è stata ridotta ad un cimitero di tronchi”.
Si tratta, spiega Batistini, non solo di “un danno irreparabile per gli alberi, ma anche di un danno ambientale e paesaggistico”.
“Siamo indignati – dice -. Per l’ennesima volta la mancanza di conoscenza da parte sia dei privati che delle aziende comunali o che dovrebbero curare il verde pubblico, ha creato l’ennesimo irreparabile danno”.
Proprio quest’inverno il Circolo di Legambiente Comaccchio aveva “dato la possibilità a tutti i cittadini di partecipare ad un incontro pubblico con un esperto di gestione del verde, proprio per sfatare questi miti e ricordare che per legge la capitozzatura è vietata”. Senza dimenticare che “in questo periodo è vietata la potatura in generale, dal 31 marzo fino a fine agosto, non si possono fare interventi sugli alberi, se non in presenza di pericolo in quanto ci sono già i nidi e le tane e in alcuni casi, ci sono già le nuove generazioni”.
Così “le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di vigilare, informare e controllare che venga rispettata la legge, in particolare nelle aree pubbliche, perché se si può ammettere l’ignoranza di un privato, non lo si può ammettere da parte di chi la legge non solo la deve rispettare, ma deve farla rispettare”.
“Confidiamo – fanno sapere – nelle indagini nella speranza che vengano identificati i responsabili e che finalmente le amministrazioni per prime inizino a dare il buon esempio di una buona pratica. Ci risulta incomprensibile la lotta all’inquinamento, alle Pm nei centri urbani e allo stesso tempo l’eliminazione o il danneggiamento irreparabile dell’unica barriera che abbiamo e che, come dimostrato dalla scienza, ci aiuta ad avere un’aria migliore”.
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