C’è tanta insoddisfazione tra i cittadini contrari alla costruzione della centrale biometano di Villanova, dopo le risposte inviate loro dall’assessore Alessandro Balboni, a cui imputano l’aver “semplicemente girato la risposta predisposta dai suoi uffici tecnici comunali“, invece che prendere una posizione politica sulla vicenda, lamentando anche la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza.
“Dobbiamo pensare ad una sua approvazione e condivisione delle affermazioni presenti nella nota predisposta dai suoi servizi tecnici ma vorremmo innanzitutto farle notare l’assenza di risposta, che non potevano essere date dal referente tecnico appunto, alle nostre richieste in ordine al mancato coinvolgimento dei cittadini in fase di presentazione del progetto e anche successivamente, alla non chiarezza della Delibera del Consiglio Comunale del 21 febbraio 2022, che parte molto significativa ha avuto all’interno del procedimento di autorizzazione unica e alla dissonanza dei pareri espressi dai servizi comunali che si sono rivelati in contrasto con il voto espresso dal Consiglio Comunale” esordiscono i residenti nella replica.
“È diventato comunque nel tempo sempre più evidente, e anche la nota di risposta lo dimostra, che il progetto di realizzazione dell’impianto per la produzione di biometano che è stato autorizzato – proseguono – non aveva e non ha carattere di opera con implicazioni solo urbanistiche, costruita in deroga ai Regolamenti edilizi e in variante ai Piani urbanistici, come anche lei ha sostenuto, ma ha la natura di impianto industriale con ripercussioni importanti e significative sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita della popolazione residente in una vasta area del territorio comunale”.
I cittadini si soffermano sulla qualità dell’aria: “Ci fa piacere la decisione di rilevare la qualità dell’aria, e che sia stata organizzata insieme ad Arpae la presenza della stazione mobile. Noi non siamo a conoscenza di quali informazioni «fornite dalle centraline di monitoraggio installate e attive ai sensi della normativa vigente» siano state oggettivamente utilizzate al momento delle valutazioni per il rilascio dell’autorizzazione però crediamo possibile che trasformare un’area agricola in sede di un impianto di produzione di gas, delle dimensioni di quello previsto e con i livelli di traffico conseguenti, avrà ripercussioni significative. Avere dati oggettivi ex ante sarà importante per ogni analisi successiva e anche per la valutazione o autorizzazione di ulteriori insediamenti in questa zona di attività impattanti, come è già nelle previsioni”.
Dubbi vengono espressi sui chiarimenti relativi alle emissioni in atmosfera: “Sappiamo che l’espressione dei pareri al riguardo sono a carico di Arpae e Ausl ma pensiamo anche che, chi ha responsabilità di governo di un territorio e della salute dei cittadini, possa aiutare gli stessi a meglio comprendere cosa devono aspettarsi. L’affermazione che le emissioni di acido solfidrico e ammoniaca «sarebbero comunque presenti in atmosfera anche in assenza dell’impianto visto che sono caratteristici delle attività di spandimento dei liquami zootecnici e della pollina nei terreni agricoli» è per noi veramente incomprensibile. O si tratta di una affermazione derivante dai piani di spandimento approvati e messi in atto nelle nostre zone, peraltro con una importante presenza di frutteti, vivai e coltivazione di erba medica per cui con scarso utilizza a nostro avviso di spandimenti di quella natura, o è frutto di una ‘distribuzione statistica’, ben poco scientifica e soprattutto poco tranquillizzante per noi“.
Stesse perplessità anche sul traffico: “Se viene chiesto a noi cittadini di definire e indicare le fonti con le quali si è arrivati ad affermare che il traffico è stato sottostimato, allo stesso modo sarebbe stato utile e necessario che gli enti avessero chiesto informazioni e approfondimenti ai tecnici, che hanno presentato la documentazione di progetto, e della quale se ne assumono la responsabilità, che valore scientifico abbia quantificare il traffico in 1/2 automezzi l’ora/direzione, quale significatività per la qualità dell’aria e della vita nella nostra zona possa avere l’incidenza percentuale delle emissioni da traffico in percentuale appunto sul traffico provinciale, quale evidenza scientifica abbia il saving della Co2, quale tempistica e quale realizzabilità abbia l’utilizzo di mezzi alimentati a CNG/LNG, quando soprattutto nei Piani aziendali si fa prevalentemente riferimento all’utilizzo di trattori o più genericamente di mezzi gommati. Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni, le statistiche e le “responsabilità” dei tecnici che hanno firmato i progetti non ci tranquillizzano. Ci aspettavamo e ci aspettiamo tutele diverse“.
Preoccupa ancora la gestione delle acque, dove “rimangono senza risposta molti dubbi relativi sia all’interferenza con la falda, sia alle possibili conseguenze di periodi di prolungata siccità e di eventi meteorici straordinari” sottolineano. “Non rassicura sapere – spiegano – che il rischio idraulico P3 è esteso a tutta Ferrara, la nostra domanda era riferita alla presenza di prescrizioni per la realizzazione di impianti industriali così come vengono previste per la realizzazione e ristrutturazione delle abitazioni private. Non abbiamo trovato traccia di questo nelle autorizzazioni, per cui dobbiamo pensare che per la costruzione di un impianto industriale non sono necessarie attenzioni riguardo al rischio di alluvioni?”.
Resta ancora poco nitida anche la questione relativa all’impatto acustico: “Non ci hanno assolutamente chiarito i nostri dubbi le affermazioni riguardo all’impatto acustico. Nel Rapporto ambientale è detto che per poter valutare il clima acustico è stato sviluppato un sistema di simulazione tramite il software SoundPlan Essential. Senza entrare nelle diverse specifiche è opinabile per noi l’affermazione che la zona artigianale ha limiti di immissione maggiori. Le attività presenti nella zona artigianale sono a carattere commerciale e il loro impatto acustico è oggettivamente paragonabile alle abitazioni circostanti. Se la nostra “oggettività” non è accettabile noi possiamo nutrire fondati dubbi sulle simulazioni”.
“Rimane senza risposta inoltre – proseguono – il nostro dubbio di come possa una rotatoria, che comporterà rallentamenti, frenate, accelerate, tempi di attesa per la svolta, del traffico abituale e delle migliaia di mezzi diretti alla centrale, portare ad un decremento significativo del livello di rumore ambientale. Speculare al recettore R3 rispetto alla rotatoria c’è inoltre un’altra abitazione che non è mai citata e tanto meno rilevata. Leggiamo anche che nella Viac è stato fatto riferimento riguardo al traffico pesante nel periodo di massimo traffico ad un numero di transiti giornalieri pari a 110 e quindi, si dice, che il flusso di traffico pesante medio orario indotto sarà pari a 7 veicoli pesanti/ora. Questo dato ci risulta già diverso dall’affermazione precedente del Piano di gestione di 3 trasporti/ora/direzione, che per 12 ore lavorative al giorno darebbe 72 passaggi e anche da una semplice divisione che comporterebbe, dati 110 passaggi al giorno per 12 ore lavorative, 9,16 passaggi all’ora. Ci è sempre soggettivamente difficile pensare ad una distribuzione omogenea dei passaggi su 12 ore giornaliere e su tutto il periodo dell’anno e siamo per questo ancor di più soggettivamente molto preoccupati”.
I componenti del gruppo non mancano di lanciare una stoccata all’amministrazione e al primo cittadino Alan Fabbri: “In merito alle opere di mitigazione e compensazione ci fa piacere sapere che queste misure saranno concordate in un contraddittorio fra la società proponente e il Comune di Ferrara. Non ci rimane che constatare che come cittadini siamo stati deliberatamente esclusi da ogni possibilità di confronto e partecipazione. Il sindaco ha fatto sapere che non si confronterà con gli altri candidati perché il suo confronto è tutti i giorni con i cittadini. Contiamo che ora dia seguito alle sue parole e lo faccia con noi. Crediamo che forse sia ora”.
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