Cronaca
9 Aprile 2024
Sentiti gli ex giocatori Zola, Padovano e Muro, oltre che i giornalisti Scardova, Feo e l'ex detenuto Abruzzese. Nessuno dà credito alle teorie di Pietro Pugliese, testimone della difesa di Isabella Internò

Processo Bergamini. Intrecci con droga e calcioscommesse: “Tutto falso”

di Redazione | 3 min

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di Stefania Scarfò

Chiamati in causa dalle dichiarazioni dell’ex collaboratore di giustizia napoletano Pietro Pugliese, testimone della difesa di Isabella Internò, ascoltato nelle scorse settimane nell’ambito del processo per fare piena luce sulla morte di Denis Bergamini, trovato senza vita sulla SS106 a Roseto Capo Spulico il 18 novembre 1989, sono sfilati ieri (8 aprile), in Corte d’Assise a Cosenza, gli ex calciatori Gianfranco Zola, Michele Padovano (che era già stato sentito nel corso di questo processo) e Ciro Muro, ma anche i giornalisti Roberto Scardova e Fabrizio Feo, e l’ex detenuto Nicola Abruzzese.

A indurre la Corte, presieduta da Paola Lucente, a citarli le dichiarazioni fornite alla stessa corte da Pugliese, ex dipendente di Ferlaino ed ex capo Ultras del Napoli, che riferì di aver avuto diverse notizie in merito alla morte dell’ex calciatore del Cosenza. Pugliese affermò di aver ricevuto da Abruzzese, con il quale fu detenuto a Castrovillari, e dai vari giocatori e giornalisti citati, informazioni sul movente dell’omicidio di Bergamini, da attribuire al mondo del calcioscommesse e del traffico di droga. Informazioni che avrebbe fornito, in maniera dettagliata, qualora la Corte avesse provveduto a fornirgli protezioni e offrirgli garanzie, anche economiche.

Uno per uno i testimoni di risulta sono stati ascoltati e il responso è stato unanime. Nessuno di loro ricorda di aver mai parlato con Pugliese o di averlo mai conosciuto e chi, invece, lo ha conosciuto non ricorda di avergli mai parlato di Bergamini.

In particolare, Scardova, giornalista Rai fino al 2011 ricorda “di aver parlato con un signore campano che diceva di essere del Napoli Calcio e che diceva di volermi parlare del coinvolgimento di Maradona in un giro di droga. Mi voleva raccontare situazioni che era tutte da verificare e alle quali non diedi seguito, ma non ricordo assolutamente che mi parlò anche di Bergamini”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro giornalista, Feo, anch’egli giornalista Rai: “Non ho mai incontrato Pietro Pugliese, so chi è perché ha tentato più volte di contattarmi in redazione, voleva che mi occupassi di cose che lui poteva sapere. Escludo categoricamente di averlo incontrato e che mi abbia mai parlato della vicenda Bergamini”.

Increduli del loro coinvolgimento gli ex calciatori citati. Gianfranco Zola, che giocò a Napoli dal 1989 al 1993, afferma: “Non mi ricordo assolutamente nessuna conversazione con questo soggetto ma posso escludere di aver parlato di Denis. Io Bergamini non lo conoscevo neanche, credo di averlo affrontato da avversario quando ero alla Torres ma della sua storia personale non sapevo nulla. Calcioscommesse a Napoli? Io non ne ho mai saputo nulla”.

Lapidario Michele Padovano la cui deposizione, che segue quella tenuta il 20 novembre 2022, è durata pochi secondi: “Non conosco questo Pietro Pugliese e quello che afferma è tutto falso”.

Per Ciro Muro, che approdò nel Cosenza proprio nell’estate 1989 e quindi conobbe Denis solo per pochi mesi, “Pugliese non lo conosco e non ho mai parlato con lui della morte di Denis anche perché non conosco particolari sulla sua morte né ho mai avuto confidenze in merito”.

Infine, Nicola Abruzzese, ex detenuto che a Castrovillari avrebbe conosciuto Pugliese: “Non ricordo di averlo conosciuto, forse ma non me lo ricordo. La morte di Bergamini? Io non so nulla di questa storia. Bergamini non so neanche chi sia”.

Non trovano, quindi, nessun riscontro le parole di Pugliese né la mossa della difesa dell’imputata che puntava a gettare ancora ombre su possibili intrecci legati al calcioscommesse o al traffico di droga sulla la morte del calciatore.

Si torna in aula il prossimo 7 maggio quando saranno sentiti Gianluca Tiesi, cognato di Isabella Internò, e Liliana Innamorato, consulente tecnico di parte citata sempre dalla difesa.

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