Gentile direttore,
sono a chiederle ospitalità nella rubrica lettere al suo giornale per mantenere accesa la neccessità di avere un punto attivo sotto il profilo medico ematologico per i pazienti anticoagulati della provincia di Ferrara.
Una città che annovera diverse migliaia di pazienti attivi che risultano oltremodo in crescita sia per effetto delle patologie legate all’età elevata della popolazione, sia derivanti da fattori ambientali che dal punto di vista epidemiologico incidono nelle concause.
Ci preme rievocare che la provincia di Ferrara annovera numeri importanti in questa branca della medicina: si parla di 10000 pazienti che nel futuro prossimo, frazionati tra Tao e Nao, per qualsiasi problema di ordine medico finiranno ai già gravati e irraggiungibili medici di base, mentre nei casi più severi ai pronto soccorso. In tutti gli altri casi essi dovranno accontentarsi di una consulenza telefonica con un medico disponibile una sola ora al giorno dall’ospedale di Cona.
Appare sempre più chiaro di questi tempi che chiedere una sanità di buon livello in linea con gli standard degli altri paesi europei e non costantemente parametrata verso il basso e con criteri di lesinato risparmio risulti come cavare sangue da una pietra.
Triste poi in questa fase preelettorale assistere ad una politica distratta, silente quando non pilatesca.
Paolo Motteran