Attualità
5 Aprile 2024
L’equipaggio di terra estense a Trieste per consegnare aiuti e sostenere ogni giorno si occupa di accogliere e curare i profughi che arrivano stremati dopo aver percorso la Rotta Balcanica

Mediterranea, un ponte di solidarietà tra Ferrara e Trieste

(Foto di Riccardo Giori)
di Redazione | 4 min

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A tre anni dalla sua formazione, continuano le iniziative di solidarietà dell’equipaggio di terra a Ferrara di Mediterranea Saving Humans. Dopo la missione in Ucraina svoltasi a gennaio di quest’anno, questa volta gli attivisti grazie ad un furgone donatogli da don Stefano Zanella della parrocchia Immacolata Concezione, il 28 marzo hanno raggiunto Trieste con un furgone carico di aiuti umanitari, fermandosi poi alcuni giorni. Pacchi contenenti beni alimentari, capi di abbigliamento e medicinali da donare all’associazione Linea d’Ombra Odv che da cinque anni si occupa di accogliere e curare i profughi che giungono in Italia dopo aver percorso la rotta balcanica. Sono per lo più giovani provenienti dall’Afghanistan, in fuga dopo il ritorno al potere dei Talebani, ma anche da Pakistan, Bangladesh e altri paesi del medio oriente. Tutti alla ricerca di un futuro migliore dopo aver camminato per migliaia di chilometri attraversando quella che, dopo il mar Mediterraneo, è una delle rotte migranti più pericolose subendo spesso violenze e torture. Una volta scesi dalle montagne e arrivati a Trieste trovano rifugio in quello che è più comunemente conosciuto come il “silos”, un ex deposito ferroviario adiacente alla stazione centrale della città e che si affaccia a Piazza della Libertà, nel quale restano anche per diversi mesi in attesa dei documenti per la richiesta d’asilo o prima che venga assegnato loro un posto presso le strutture di accoglienza, accampati in condizioni disumane tra fango, topi e assenza totale di servizi igienici.

Lorena Fornasir, 70 anni, di professione psicologa insieme a suo marito Gian Andrea Franchi, 87 anni, professore di filosofia in pensione, dal 2015 coi primi arrivi di profughi dalla rotta balcanica scendono in strada per dedicarsi, prima a Pordenone poi a Trieste, alla cura e al supporto delle persone migranti. Sono stati già venti volte in Bosnia – altra tappa critica della rotta migratoria balcanica – con la macchina carica di medicine, sacchi a pelo e scarpe da distribuire a chi ne ha più bisogno. All’inizio agivano come singoli, poi si sono costituiti come associazione di volontariato, facendo nascere Linea d’Ombra Odv. Ora sono affiancati anche da altri volontari, tra cui alcuni ragazzi che hanno vissuto direttamente l’esperienza di fuggire a piedi e di arrivare fino in Italia, e ad accoglierli hanno trovato proprio Lorena e Gian Andrea. 

Ma oltre a loro sono diverse le realtà che si prodigano per fornire solidarietà, vicinanza e un pasto caldo in Piazza della Libertà, rinominata ‘piazza del mondo’ per la moltitudine di nazionalità e culture che si ritrovano la sera. Da No Name Kitchen a Cucine Resistenti, diversi gruppi scout provenienti da diverse regioni del nord Italia e così anche Mediterranea, che vanta una buona rete di equipaggi di terra anche in Veneto e Friuli Venezia Giulia. “Il gruppo partito da Ferrara era composto oltre che da noi anche da attivisti di “Un ponte di corpi”, e la prima sera abbiamo avuto al nostro fianco anche don Domenico Bedin” ci dice Giuliana Andreatti di Mediterranea Saving Humans, “informati della presenza per il pasto serale di Cucine Resistenti di Trieste, abbiamo fornito circa 70 sacchetti per la colazione contenenti uova sode, datteri, prodotti salati e dolci, succhi di frutta. Purtroppo la sera pioveva e siamo rimasti sotto ai portici di fianco alla stazione e su indicazione di Lorena Fornasir abbiamo distribuito parte dei giubbotti imbottiti e tute di felpa che avevamo portato.” Continua poi Andreatti “il 29 invece eravamo nella piazza. Abbiamo cucinato e distribuito riso e verdure per una settantina di persone che dalle 19 cominciavano a radunarsi nella piazza. Tanti avevano già mangiato in moschea dopo l’interruzione del Ramadan, ma hanno comunque preso il cibo contenuto in vaschette d’ alluminio da portare con loro al Silos.” Infine conclude “come Mediterranea di Ferrara non era la prima volta che andavamo a Trieste e non sarà nemmeno l’ultima, abbiamo in programma altre iniziative di solidarietà e raccolte fondi per supportare la nostra nave Mare Jonio in questo momento in missione nel mare Mediterraneo. Inoltre dal 6 al 14 aprile presso la Galleria del Carbone sarà possibile vedere una mostra fotografica sull’esperienza nella piazza del mondo di Trieste del fotografo ferrarese Luca Greco e sabato 6 aprile Mediterranea sarà presente a Milano alla mobilitazione nazionale per la chiusura di tutti i Cpr, questione legata a filo doppio al destino delle persone migranti che arrivano nel nostro paese e per la quale stiamo lottando anche a Ferrara e in Emilia-Romagna.”

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