Cronaca
5 Aprile 2024
Tre persone di nazionalità albanese, un uomo di 48 anni e due donne di 47 e 52 anni, sono a processo per sfruttamento della prostituzione. Una delle loro vittime, dopo le botte ricevute, ha dovuto subire l'aborto del figlio che aveva in grembo

Dovevano pagare il ‘pizzo’ per prostituirsi in via Bologna

di Davide Soattin | 2 min

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Tre persone di nazionalità albanese, un uomo di 48 anni e due donne di 47 e 52 anni, sono a processo a Ferrara con la pesante accusa di sfruttamento della prostituzione tra il 2019 e il 2020, nel tratto di strada tra via Bologna e via Wagner, a pochi passi dal centro commerciale Ipercoop Il Castello.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Ferrara, i tre odierni imputati avrebbero chiesto alle prostitute – che a loro volta sottostavano al controllo dei loro protettori – una sorta di pizzo da 150 euro a settimana per poter svolgere la loro attività sulla strada, fino a quando l’organizzazione piramidale di cui erano al vertice è stata sgominata dai carabinieri.

Tra i metodi utilizzati per farsi consegnare il denaro c’era anche l’utilizzo della forza, come ieri (giovedì 4 aprile) ha raccontato una delle donne sfruttate in aula. A lei, in una circostanza, le botte del 48enne albanese finito alla sbarra le avevano fatto addirittura abortire il figlio che portava in grembo.

Davanti al collegio del tribunale, oltre alla violenza fisica, la donna ha anche raccontato di aver subito il furto dei documenti e della borsa da parte dell’uomo, che più e più volte, quando lei aveva cercato di scappare, l’aveva inseguita per poi riuscire a riprenderla.

Inizialmente a processo in tribunale c’erano altre quattro persone, che però hanno già chiuso la loro posizione con riti alternativi e relative condanne. Mentre a processo restano gli altri tre imputati, che attualmente sono tutti liberi.

Si torna in aula il 3 ottobre.

 

 

 

 

 

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