Tre persone identificate per una lite grazie al video apparso in rete
Una lite registrata e condivisa in rete da un utente ha allertato la Polizia di Stato che è riuscita a identificare le tre persone coinvolte
Una lite registrata e condivisa in rete da un utente ha allertato la Polizia di Stato che è riuscita a identificare le tre persone coinvolte
È stato arrestato nel pomeriggio del 26 maggio e trasferito presso la Casa Circondariale di Ferrara un 25enne, condannato per maltrattamenti in famiglia e lesioni ai danni della moglie, una donna di 31 anni, sua connazionale, residente nel capoluogo estense
Sono 94 gli appuntamenti in programma per l’Estate 2025 del “Summer experience” presentato martedì 27 maggio nei locali dell’Antica Pescheria di Comacchio. Un nutrito calendario di spettacoli che animeranno la nuova stagione turistica della Città di Comacchio e che toccheranno tutti i 27 chilometri della costa
La Corte di Cassazione scrive la parola fine sul processo al clan Vikings/Arobaga, rigettando i ricorsi delle difese e rendendo definitive le tredici condanne ai membri del cult, ma soprattutto confermando che quella che dominava a Ferrara - e specialmente in zona Gad - era mafia nigeriana
Tragedia sul lavoro a Lido delle Nazioni, dove - nel pomeriggio di martedì 27 maggio - Agostino Scavo, un uomo di 71 anni nato a Termini Imerese, in provincia di Palermo, è morto dopo essere salito su un'impalcatura all'interno di un cantiere per la ristrutturazione di una villetta privata
Tre persone di nazionalità albanese, un uomo di 48 anni e due donne di 47 e 52 anni, sono a processo a Ferrara con la pesante accusa di sfruttamento della prostituzione tra il 2019 e il 2020, nel tratto di strada tra via Bologna e via Wagner, a pochi passi dal centro commerciale Ipercoop Il Castello.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Ferrara, i tre odierni imputati avrebbero chiesto alle prostitute – che a loro volta sottostavano al controllo dei loro protettori – una sorta di pizzo da 150 euro a settimana per poter svolgere la loro attività sulla strada, fino a quando l’organizzazione piramidale di cui erano al vertice è stata sgominata dai carabinieri.
Tra i metodi utilizzati per farsi consegnare il denaro c’era anche l’utilizzo della forza, come ieri (giovedì 4 aprile) ha raccontato una delle donne sfruttate in aula. A lei, in una circostanza, le botte del 48enne albanese finito alla sbarra le avevano fatto addirittura abortire il figlio che portava in grembo.
Davanti al collegio del tribunale, oltre alla violenza fisica, la donna ha anche raccontato di aver subito il furto dei documenti e della borsa da parte dell’uomo, che più e più volte, quando lei aveva cercato di scappare, l’aveva inseguita per poi riuscire a riprenderla.
Inizialmente a processo in tribunale c’erano altre quattro persone, che però hanno già chiuso la loro posizione con riti alternativi e relative condanne. Mentre a processo restano gli altri tre imputati, che attualmente sono tutti liberi.
Si torna in aula il 3 ottobre.
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