Politica
4 Aprile 2024
Fabio Anselmo, candidato sindaco per il centro sinistra a Ferrara, interviene sul tema della politica culturale e turistica cittadina e snocciola i dati delle grandi mostre organizzate dall'attuale Amministrazione

Palazzo Diamanti, visitatori dimezzati. Parlano i numeri

di Redazione | 4 min

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di Fabio Anselmo*

L’Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara Marco Gulinelli se la prende con me sostenendo che non conosco la “differenza tra le proposte della cultura nobile e della cultura popolare”. In effetti non la conosco: la cultura di per sé rappresenta il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di una comunità, di qualsiasi tipo essa sia, e chi, come Gulinelli, fa una distinzione tra “cultura nobile” e “cultura popolare” dimostra di non averne capito il significato.

La differenza tra cultura detta “alta” e quella detta “bassa” è stata messa in soffitta da tempo e nessuno, tantomeno io, ha la puzza sotto il naso.

Al di là di queste precisazioni ci sono dei dati oggettivi di cui tener conto e che riguardano l’attrattività della nostra città.

1) Molte delle proposte culturali fatte da questa Amministrazione sono risultate di scarso richiamo: basti pensare alle Mostre di Palazzo Diamanti che hanno visto un deciso decremento di visitatori. Cito a titolo di esempio la Mostra dell’anno 2016 su “De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie” (130 mila visitatori), che ha avuto più del doppio di visitatori della mostra più visitata di questa Amministrazione e la mostra del 2017 su l’Orlando Furioso (150 mila); le mostre di questa Amministrazione contano solo 70 mila visitatori sul Rinascimento, quella su Funi 18 mila.

2) Si registra un calo significativo del turismo internazionale, meno 25% sul 2019 (fonte: Regione Emilia-Romagna), mentre – dopo il Covid – tutte le città, e tra queste anche quelle vicine, come ad esempio Modena, hanno avuto un forte incremento di visitatori.

La pianificazione culturale, che deve coinvolgere prima di tutto lo straordinario patrimonio costituito dalle Associazioni culturali di Ferrara e del territorio, così come quella turistica, si fa partendo dai dati oggettivi e non sulla base di riflessioni estemporanee.

L’Assessore Gulinelli afferma che secondo me “feste e concerti non creano lavoro vero, non fanno economia”. Quale economia avrebbero creato feste e concerti organizzati da questa Amministrazione? Purtroppo nelle vie del Centro si vedono sempre più esercizi commerciali chiusi che certamente non avrebbero abbassato la saracinesca se effettivamente si fossero create vere opportunità.

Se si vuole veramente – e non solo a parole – creare lavoro e opportunità dal punto di vista economico con la Cultura e con il Turismo, occorre in primo luogo avere le idee chiare. Ad esempio, come direbbe un qualsiasi esperto del settore, il turista internazionale e chi visita eventi e mostre ha una maggiore propensione di spesa e spesso sceglie di pernottare in città rispetto a chi viene a Ferrara per un concerto. Quest’ultimo tipo di turismo “mordi e fuggi” ha scarso impatto economico. Di gran lunga più importante, e andrebbe meglio coltivata, è la presenza delle studentesse e degli studenti universitari, grazie al forte incremento in termini di iscrizioni dell’Università di Ferrara: non pare che questa Amministrazione, nonostante un Assessorato all’Università, abbia fatto molto per valorizzare l’Ateneo e per essere più accogliente nei riguardi del corpo studentesco che rappresenta una presenza vitale e che vorremmo scegliesse la nostra città per viverci.

C’è poi un passaggio dell’Assessore Gulinelli che mi ha incuriosito e che cito testualmente: “Conoscono – rivolto a un non meglio identificato “loro”, che supponiamo si riferisca a “noi”- la differenza tra produrre cultura, con la collaborazione delle tante associazioni ferraresi e di fama internazionale, o acquistare “pacchetti” ideati da altri? Questa differenza “noi” la conosciamo, ma forse non la conosce l’Assessore, dal momento che la mostra su Escher di Palazzo Diamanti è appunto un “pacchetto” ideato da altri, tanto che si tratta di una mostra itinerante, che è già passata per Roma, Firenze, Genova, Trieste, Napoli, Catania, Milano e altre città.

Un tempo le mostre di Palazzo Diamanti facevano scuola e rappresentavano veri e propri eventi di livello internazionale, che richiamavano grande pubblico che coglieva l’occasione per visitare le tante meraviglie della nostra città. Ora non più. Numeri e prospettive sulle quali chiamo ancora una volta al confronto il sindaco Alan Fabbri: un incontro pubblico, che esca dalle pagine dei social, davanti alla cittadinanza.

* Candidato sindaco del centro sinistra a Ferrara

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