di Giovanni Iannucci
“Cosa succederà quando non ci saranno più i protagonisti diretti delle grandi bonifiche, le persone che le hanno vissute in prima persona e possono raccontarle?”. È da questa domanda che prende spunto il progetto MemoriaViva che ha come obiettivo quello di conservare le storie delle persone e delle organizzazioni che hanno vissuto da vicino le ultime grandi bonifiche del ferrarese, con particolare riferimento agli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
Si tratta di un’iniziativa organizzata in collaborazione tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Laboratorio di Studi Urbani dell’Università di Ferrara al quale contribuiranno i docenti e gli studenti raccogliendo testimonianze. Queste saranno registrate tramite supporti audio o video per essere presentate pubblicamente e conservate presso l’Archivio Storico del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.
A fare gli onori di casa a Palazzo Naselli Crispi il presidente del consorzio Stefano Calderoni che ha ringraziato l’Università di Ferrara per il contributo fondamentale e ha evidenziato che, “come abbiamo sempre cercato di raccontare in questi anni, la bonifica non è semplicemente un’attività di ingegneria idraulica ma un fatto culturale che ha condizionato il paesaggio e la vita delle persone. Le bonifiche moderne, nate nel 1922, hanno pienamente coinvolto le popolazioni dei territori, però ora rischiamo naturalmente di perdere i testimoni diretti ed è per questo che vogliamo recuperare scritti, racconti e materiale fotografico che rischiano, altrimenti, di andare persi. Vigliamo fissare questi ricordi e farne un’“opera” permanente che possa rendere giustizia agli sforzi dei nostri avi che hanno liberato le nostre terre, dando un futuro a tutti noi”.
Giuseppe Scandurra, professore di antropologia culturale nel Dipartimento di Studi Umanistici all’Università di Ferrara, ha spiegato che “nel corso dei prossimi mesi uscirà un quaderno con i risultati ottenuti dai nostri studenti. Il nostro interesse era che questo progetto vedesse il raggiungimento di un gradino più alto di ricerca perché per noi è sempre stato un ambito cruciale da affrontare e sviluppare.”
Davide Carnevale, ricercatore e docente di antropologia visuale presso l’Università di Ferrara, ha concluso la presentazione del progetto specificando “lo stretto rapporto esistente con il Consorzio di Bonifica che potrà dare un apporto al progetto ancora maggiore nelle prossime fasi. Noi vogliamo riattivare queste memorie che non si possono assolutamente dimenticare tramite visite in loco ai testimoni e approfondimenti visuali”.
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