Economia e Lavoro
21 Marzo 2024
Nei giorni scorsi il tribunale di Ferrara ha aperto la procedura. Il voto dei creditori è in programma con l'estate, tra il 24 e il 28 giugno

Ravani Acciai, aperto il concordato preventivo liquidatorio

di Redazione | 2 min

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È stato aperto il concordato preventivo liquidatorio per la Ravani Acciai, l’azienda ferrarese attiva nel mondo della distribuzione di prodotti in acciaio inossidabile, che tra i propri clienti può vantare anche il colosso tedesco Thyssen Krupp. Contestualmente, il voto dei creditori è in programma con l’estate, tra il 24 e il 28 giugno 2024.

Nei giorni scorsi, infatti, il tribunale di Ferrara – giudice delegato è Anna Ghedini – ha avviato la procedura, confermando come commissari Raffaella Margotti e Valter Bignozzi. Di fatto è stato così accolto il reclamo presentato dalla società contro il decreto con cui, su richiesta della Procura, lo scorso luglio, il palazzo di giustizia di via Borgo Leoni aveva dichiarato inammissibile il piano concordatario per carenze nel business plan e nella proposta di transazione fiscale, disponendo quindi la liquidazione giudiziale.

Attualmente, l’amministratore unico della Ravani Acciai è Sauro Ravani, che ne detiene il 70% del capitale, subentrato al padre Albersano Ravani, già presidente della Spal, che l’aveva fondata nel 1974.

Quanto alla situazione patrimoniale, a fine 2022, l’azienda presentava un attivo di 40 milioni di euro con 48,3 milioni di ricavi e debiti per 30 milioni a fronte di un patrimonio netto di 3 milioni. Il ricorso presentato al tribunale dall’azienda nei mesi scorsi spiegava – come riporta ItaliaOggi – che nel 2020 la società aveva negoziato con le sette banche creditrici un rescheduling del debito, ma a ottobre del 2022 si era aperto “un vero e proprio stato di crisi” con la notifica da parte della Guardia di Finanza che contestava “una serie di operazioni di supposta frode” nel periodo 2015-2020, seguita da tre accertamenti dell’Agenzia delle Entrate pervenuti a fine dello stesso anno.

Da qui era subentrata la clausola del contratto a suo tempo stipulato con le banche creditrici qualora si fosse verificato “un evento pregiudizievole” e i creditori hanno così deciso di non continuare a fornire il loro supporto, rendendo impossibile la prosecuzione dell’attività.

Nel frattempo è stato stato stipulato un contratto d’affitto con la Sp di Edmondo Pizzigati per 42 mesi ad un canone annuo di 190mila euro, con un obbligo d’acquisto al prezzo predefinito di 2,8 milioni. Un’azione necessaria per poter riuscire a garantire il piano concordatario.

 

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