Argenta
21 Marzo 2024
Prima ha confessato ai carabinieri, poi ha scelto di non parlare col pubblico ministero. La mitraglietta ancora non si trova, diverse le ipotesi: dalla probabile vendita, al suo occultamento fino alla distruzione

Armi rubate ai carabinieri. L’uomo fermato sta in silenzio col pm

di Davide Soattin | 3 min

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Argenta. Non ha parlato, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 65enne di Argenta fermato nel tardo pomeriggio di martedì 19 marzo poiché sospettato per il furto di armi ai danni della pattuglia dei carabinieri, avvenuto nella tra lunedì 26 e martedì 27 febbraio a San Nicolò quando, ai militari intervenuti per sedare una lite tra coniugi all’interno di una casa, dopo lo sfondamento del vetro posteriore della Jeep, furono rubati due mitragliette M12, 180 proiettili e due bastoni “tonfa”.

Infatti, interrogato dalla pm Barbara Cavallo, che nelle prossime ore chiederà la convalida del fermo al gip, dopo aver confessato il fatto ai carabinieri, l’uomo – un pregiudicato che vive in condizioni di disagio sociale – ha scelto la via del silenzio, senza quindi fornire una versione ufficiale dei fatti agli inquirenti, che nel mentre continuano a cercare la mitraglietta M12 e i 180 proiettili che mancano all’appello, dopo aver ritrovato – il mattino successivo al furto – il resto della refurtiva in un sacco che galleggiava in un canale ai lati di via Curiona.

Diverse le ipotesi su cui stanno adesso lavorando gli investigatori circa la fine dell’arma: dalla probabile vendita, al suo occultamento fino alla distruzione.

A casa dell’uomo fermato – difeso dall’avvocato Nicoletta Garibaldo del foro di Bologna – sono stati inoltre effettuati sequestri per svolgere ulteriori accertamenti scientifici, utili a confermare gli importanti indizi di colpevolezza raccolti a suo carico, suffragati dalla confessione che lui stesso ha fatto ai carabinieri e che hanno portato la Procura di Ferrara a stringere il ricerchio attorno alla sua persona, ora in carcere con le pesanti contestazioni di furto pluriaggravato e detenzione di armi e munizioni da guerra per quanto accaduto.

Contestualmente sono stati avviati gli accertamenti per verificare il corretto comportamento in servizio dei carabinieri, a cui sono state sottratte le armi.

Intanto – come si diceva – proseguono le ricerche della M12 e dei 180 proiettili. Ricerche che nelle scorse settimane hanno visto rastrellare il territorio palmo a palmo con circa 800 carabinieri del comando provinciale di Ferrara, del Reparto Anticrimine del Ros, del Nucleo Subacquei di Genova, del Nucleo Cinofili e del Gruppo Forestale di Bologna.  A fornire all’Arma una preziosa collaborazione, circa 150 uomini dei vigili del fuoco e del nucleo di protezione civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Ferrara.

I servizi, svolti h24, 7 giorni su 7, hanno consentito – anche con l’impiego di droni e metal detector – di perlustrare 172 tra casolari e capannoni abbandonati, dragare palmo a palmo oltre 20 corsi d’acqua, in un’area complessiva di circa 22 chilometri quadrati. Nello stesso tempo sono state avviate attività informative di supporto che hanno portato all’esecuzione di oltre 39 perquisizioni in tutta la provincia e, in particolare, nell’Argentano. Alle attività di ricerca sul terreno ha fatto seguito – sempre sotto la direzione e coordinazione della Procura di Ferrara – un’importante attività info-investigativa, utilizzando tanto le metodologie delle indagini “classiche” quanto le più recenti tecnologie di supporto alle cosiddette “attività investigative tecniche“, senza escludere alcuna ipotesi.

 

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