Attualità
14 Marzo 2024
Non si tratta di un caso isolato. Ngli ultimi trent'anni l'Osservatorio Climatico di Arpae fa notare una progressiva crescita

Dopo l’autunno anche l’inverno è record. Il più caldo da quando si monitora

(Foto di Archivio)
di Pietro Perelli | 3 min

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È un inverno da record in Emilia Romagna ma non si tratta di record positivi. “Come in altre regioni d’Italia e d’Europa – fa sapere Arpae -, l’inverno meteorologico 2024, che copre il periodo da dicembre 2023 a febbraio 2024, è stato il più caldo dal 1961”.

E il 1961 non è considerato come indicatore di un anno in cui le temperature sono state superiori ma come primo anno di monitoraggio del progetto dataset climatico Eraclito61, gestito dall’Osservatorio Clima di Arpae Emilia-Romagna. “Nel trimestre appena passato – specifica la relazione dell’ente -, tutte le variabili termiche hanno superato i valori massimi storici, con temperature medie, massime e minime mai registrate nella stagione invernale nel periodo di disponibilità dei dati”.

Durante questa stagione invernale le temperature massime hanno registrato “un valore medio stagionale di 10,7 °C, superiore al clima recente di +3,1 °C e record della serie dal 1961”. Mentre le temperature minime hanno “uno scostamento leggermente inferiore, ma comunque elevato, con media di 2,5 °C rispetto ai 0,2 °C attesi”.

E se la stagione è da considerarsi da record i mesi di dicembre e febbraio sono quelli che maggiormente hanno inciso. “A dicembre – fasapere Arpae – spicca il dato delle temperature massime, superiori al clima di +3,3 °C. Gennaio è stato il mese che meno si è discostato dalla norma, ma con un’anomalia media comunque molto elevata (+1,4 °C), dovuta principalmente alle temperature massime. Febbraio è il mese più eccezionale, con anomalie superiori a +4 °C per temperature medie, massime e minime”.

Non si tratta però solo di temperature medie regionali perché a “febbraio è stata complessivamente superiore al clima di 4,2 °C, ma, ad eccezione dei giorni 24 e 26, la temperatura media dei singoli giorni si è mantenuta costantemente al di sopra della norma, superando in diverse occasioni i massimi storici”.

In questo ultimo inverno, “l’altezza dello zero termico, la quota a cui la temperatura dell’aria in libera atmosfera diventa negativa, si è mantenuta sempre altissima e quasi sempre superiore alla sommità delle cime appenniniche”.

Durante l’ultimo inverno l’altezza media dello zero termico è stata 2307 m mentre nel 2019\2020 fu registrato il record stagionale solo tre metri più in alto, a 2310 m. Un dato che si fa ancora più scioccante se si considera il periodo 1991-2020 quando lo zero termico sulla regione si è attestato a 1700 m di altezza.

Importante notare che questo indice “nel corso del trentennio, ha presentato un progressivo aumento di circa 200 m”. Una tendenza che ha subito “un ulteriore incremento negli ultimi tre anni, con una quota media dello zero termico superiore a 1900 metri (fonte: dataset ERA5 di Copernicus)”.

Non si può quindi parlare di 2024 come di caso isolato, si inserisce invece “in un contesto già fortemente anomalo: insieme all’autunno 2023 è infatti la seconda stagione consecutiva più calda dal 1961”.

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