Furgone fuori strada in Super, feriti cinque turisti tedeschi
Spaventoso incidente stradale con cinque feriti durante la nottata tra mercoledì 16 e giovedì 17 luglio lungo la Superstrada Ferrara-Mare
Spaventoso incidente stradale con cinque feriti durante la nottata tra mercoledì 16 e giovedì 17 luglio lungo la Superstrada Ferrara-Mare
"A che punto è il cantiere per la centrale biometano?". È la domanda che Sandra Travagli - portavoce del gruppo informale di cittadini contrari alla costruzione dell'impianto - pone all'amministrazione comunale, e nello specifico al vicesindaco Alessandro Balboni, perché "nessuno sa cosa sta succedendo"
C'è principalmente la credibilità della persona offesa alla base delle motivazioni con cui il gup Silvia Marini - lo scorso 4 giugno - ha condannato in abbreviato a cinque anni e quattro mesi il 43enne ferrarese Gabriele Moccia, finito a processo con la duplice accusa di atti persecutori e lesioni gravissime nei confronti di un 46enne
Dopo l'arresto del "caporale" arrivano i complimenti alla Compagnia Carabinieri di Portomaggiore del sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi "per l'importante operazione contro il caporalato che leggiamo oggi sulla stampa". Avs e Possibile di Ferrara ricordano "che se lavoratori e caporale risultano di origini pakistane, le aziende che li impiegavano sono italianissime, ferraresi per essere precisi"
Comacchio. In un colpo solo ha violato l'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla persona offesa, finendo in manette. Protagonista in negativo della vicenda è un 71enne di Comacchio, arrestato la scorsa notte
Ci sarebbe un piano “montato” da alcuni suoi colleghi dietro le accuse di cui oggi deve rispondere Cristiano Valentino, il 54enne agente della polizia penitenziaria, ora a processo per concussione, induzione indebita a dare o promettere, furto aggravato in concorso e istigazione non accolta a commettere un reato nel carcere di via Arginone.
Questo è quanto sostiene un collaboratore di giustizia che, durante l’udienza di ieri (mercoledì 13 marzo) mattina, è stato sentito in videoconferenza come testimone.
Secondo la propria teoria infatti, oltre a non essere responsabile dei fatti che gli contestano, Valentino sarebbe rimasto vittima di “altri colleghi che non lo volevano in sezione con loro” e che quindi avrebbero “chiamato alcuni detenuti bugiardi” a cui avrebbero “promesso benefici” pur di far finire nei guai l’odierno imputato.
Nello specifico, secondo il castello accusatorio, Valentino avrebbe costretto due detenuti a consegnargli sigarette, anche interi pacchetti, sotto la minaccia di brutte conseguenze e rapporti sfavorevoli e nei confronti di uno di essi avrebbe anche preteso la consegna di una parte dei soldi ricevuti dai familiari, a botte di 100 euro alla volta. Una ricostruzione che, se da un lato è stata confermata dai diretti interessati, dall’altra è stata un po’ fiaccata dalle dichiarazioni del coordinatore della sezione: i pacchi, aveva spiegato, vengono aperti alla presenza di due persone e del detenuto e in carcere non può circolare il denaro, che viene caricato su degli appositi libretti intestati ai detenuti.
Le altre imputazioni invece riguardano delle presunte ripicche verso un superiore, un ispettore, col quale ebbe vari problemi. Secondo la Procura, in questo clima, nel 2015 Valentino avrebbe concorso al furto della sua Volkswagen Golf, parcheggiata in strada, anche se non è chiaro in quale modo e non sembrano emersi collegamenti tra lui e la banda che probabilmente compì il furto.
E, ancora, in due occasioni prima nel giugno del 2016 e poi nel luglio del 2019, avrebbe istigato – senza successo – un detenuto che usufruiva di permessi premio a dare fuoco alla seconda auto del suo superiore. A confermarlo era stato lo stesso ‘istigato’, pentito di ‘Ndrangheta coinvolto anche nel processo Aemilia, che aveva raccontato di aver ricevuto anche dei bigliettini con l’indirizzo di casa dell’ispettore e la targa della seconda Golf. Prima di lui, un altro testimone, anche lui collaboratore di giustizia, camorrista ex membro degli scissionisti, aveva raccontato di aver sentito Valentino che, mentre discuteva con altri due poliziotti, avrebbe detto “ho fatto bene a fargli bruciare la Golf a quel pezzo di merda” e avrebbe chiesto a uno dei suoi interlocutori, impegnato in un sindacato, se ci fosse la possibilità di rovinare l’ispettore.
Quella di ieri è la prima udienza in cui Cristiano Valentino è tornato in aula dopo che, a gennaio dello scorso anno, a seguito della sua deposizione in tribunale, era stato ricoverato d’urgenza e in condizioni disperate all’ospedale Sant’Anna di Cona a seguito di un malore improvviso, che lo aveva colto dopo aver pranzato col proprio legale difensore, l’avvocato Denis Lovison. Durante l’udienza dello scorso 18 ottobre infatti, dopo averne constatato la capacità di stare a giudizio, il collegio del tribunale aveva confermato il proseguimento dell’istruttoria dibattimentale. “Il mio assistito vuole dimostrare in aula di essere stato accusato ingiustamente. Insiste affinché sia così perché dice di sapere di essere innocente” aveva commentato Lovison, spiegando che era stato l’imputato a spingere per la prosecuzione del processo.
Si torna in aula il 12 giugno, quando è attesa la discussione.
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