Attualità
11 Marzo 2024
Il coordinamento Ferrara per la Palestina: "Non solo come donne o come palestinesi, ma come esseri umani, continueremo a combattere e a gridare da ogni angolo della terra affinché il genocidio venga fermato"

“Palestina libera”. Presidio davanti alla cattedrale

(Foto di Fabio Michelini)
di Pietro Perelli | 3 min

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Si sono riuniti ancora una volta sabato pomeriggio, davanti alla cattedrale. Sono giovani e meno giovani ma tutti insieme gridano “Palestina libera”. Sventolano le bandiere della pace, sventolano quelle della Palestina, in un cartello si legge: “Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un’ospedale. Stop genocidio”. In un altro: “Il silenzio è comlicità, a Ferrara è stato giustificato il genocidio”.

Tra loro c’è l’associazione Cittadini del Mondo oltre a Gep (Giovani e palestinesi Emilia Romanga) e il Coordinamento Ferrara per la Palestina.C’è anche la candidata sindaca Anna Zonari mentre poco distante una signora tiene aperto un numero di Internazionale su un articolo dal titolo: “A Gaza la fame diventa un’arma”. Sono di pochi giorni fa le immagini del lancio di cibo statunitense lanciato sulla spiaggia dagli aerei dopo che i soldati israeliani avevano sparato ad un convoglio che distribuiva beni di prima necessità, una “strage di civili” come è stato riportato da molte cronache nazionali e internazionali.

Apre il presidio Adam Sami (GeP) parlando dei “30.000 morti” e del supporto dell’Italia a Israele. “Quei signori la” dice riferendosi al banchetto di Fratelli d’Italia sono quelli che “sostengono Israele” tramite la premier Giorgia Meloni. Adam Atik invece parla dell’importanza di “non essere indifferenti oggi” e “creare momenti come quello di sabato pomeriggio”. “Presidi – aggiunge – che servono soprattutto verso coloro che hanno gli occhi ma fanno finta di non vedere e hanno le orecchie ma fanno finta di non sentire”.

Vogliono che venga emessa “una dichiarazione pubblica che condanni il genocidio in atto” che si basi sulle “dichiarazioni della Corte Internazionale di Giustizia”. Chiedono anche l’impegno, “a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale” nel promuovere “un cessate il fuoco incondizionato nella Striscia di Gaza” e anche l’impegno a “promuovere la conoscenza dei diritti fondamentali dell’uomo e dei valori della pace tramite iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza”.

(foto di Fabio Michelini)

Uno spazio lo hanno preso anche Salima, Imane e Ahlam che hanno nuovamente portato in piazza il discorso già pronunciato l’otto marzo al CCorteo Transfemminista da Salima stessa, Zainab e Nesrin che da palestinese conosce bene i drammi che sta vivendo il suo paese. “Oggi noi riconosciamo e onoriamo l’enorme contributo delle donne nella società durante il corso della storia” ma anche quello in una terra che “da oltre 75 anni sta subendo l’oppressione e la violenza dell’occupazione”. Una terra dove “dal 7 ottobre sono stati uccisi più di 10.000 bambini e più di 10.000 donne” ma “nel mezzo di questa tragica realtà, è importante sottolineare che dietro ogni statistica ci sono storie umane, speranze infrante e vite perdute, e Israele rimane impunito per i suoi crimini davanti agli occhi di tutto il mondo”.

Le donne palestinesi però, “nonostante le avversità, dimostrano una straordinaria forza, resistenza e resilienza e si impegnano attivamente nella difesa dei diritti umani per migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e comunità”. “Non solo come donne o come palestinesi – concludono -, ma come esseri umani, continueremo a combattere e a gridare da ogni angolo della terra affinché il genocidio venga fermato, affinché i prigionieri e le prigioniere palestinesi detenuti nelle carceri israeliane siano liberati, e affinché dal fiume al mare la Palestina torni libera dall’occupazione israeliana”.

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