Politica
10 Marzo 2024
Varese: "Un'idea di cultura che valorizza il lavoro dal basso, gli spazi, l'aggregazione, il ragionamento sul piccolo che poi diventa un ragionamento di lungo periodo"

“Una cultura diversa” per contrastare “un’immagine drammatica della città”

di Pietro Perelli | 5 min

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Cosa ne è della cultura a Ferrara dopo 5 anni di governo di destra? È questa la domanda che si pone Coalizione Civica che ha invitato alla sala Convitto del Consorzio Factory Grisù diversi attori locali che presidiano o, come vedremo, presidiavano il territorio con i loro spazi. Sono presenti infatti Francesco Ganzaroli del Centro Sociale la Resistenza, Marta Raviglia, direttrice del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Ferrara e Paola Zanardi, presidente Amici Biblioteca Ariostea. A moderare Arianna Poli di Coalizione Civica per Ferrara mentre a tirare le fila dopo il dibattito sarà poi Federico Varese, docente di Sociologia all’Università di Oxfordì e SciencePo che partirà dai dati dell’Annuario Socioeconomico Ferrarese ogni anno pubblicato dal Cds (Centro ricerche documentazione e studi). Uno studio che “dà un’immagine della città drammatica con dati sull’invecchiamento, sui giovani che se ne vanno, l’università, e anche il fatto che questa amministrazione ha smesso di fare delle indagini e dei sondaggi su come funziona la città che invece si facevano fino al 2019”. In prima fila ad ascoltare anche il candidato sindaco Fabio Anselmo.

“In questi ultimi cinque anni – introduce Arianna Poli – non è mai mancata la parola cultura ma ci sono vari tipi di cultura e noi vogliamo riflettere oggi sulla cultura partecipata che parte da realtà associative e crea spazi di aggregazione“. Questo sarà un primo passo per Coalizione Civica per portare avanti un percorso volto a ragionare sugli spazi culturali di aggregazione, “quelli già esistenti ma anche di nuovi”. “Una riflessione aperta per creare una prospettiva futura nei prossimi cinque mesi e nei prossimi cinque anni indipendentemente da quello che succederà a giugno”.

E uno degli spazi che, “purtroppo” direbbero molti, non c’è più è il Centro Sociale la Resistenza. “Uno spazio – spiega Ganzaroli – che è molte cose. Uno spazio di aggregazione che accoglie tantissime persone diverse, uno spazio di formazione, uno spazio a cui mi sono avvicinato al liceo e che è stato una scenda scuola. Uno spazio di crescita personale e collettiva che fa del confronto democratico lo strumento principale” che è stato “anche un presidio di sicurezza“. Parla al presente perché le persone della Resistenza ci sono ancora ma deve usare il passato quando parla di presidio di sicurezza perché da agosto è stato tolto il luogo da presidiare. Uno “scandalo di una gravità inimmaginabile” dirà Varese compiuto da “un’amministrazione che ha preso di mira un gruppo di giovani” perché “la pensavano diversamente e gli ha fatto la guerra”. Anche “Il vescovo – fa notare il professore – ha detto che si riducono sempre più gli spazi per l’aggregazione dei giovani” mentre l’attività criminale non è diminuita ma si è spostata. “Leggendo i dati sulla criminalità il fenomeno dello spaccio è stato sposato” con “zone della città appaltate a diversi gruppi criminali. C’è stato semplicemente uno spostamento del problema e una criminalizzazione di persone che non centrano”.

“C’è la percezione – dice Marta Ravaglia del Conservatorio – in generale ma sicuramente da parte di questa amministrazione che ciò che facciamo sia poco utile“. Si riferisce alle attività del Frescobaldi che attira tanti giovani che poi “si fermano nel territorio per costruire le proprie carriere”. Attività che oltre alla formazione vedono anche un grande slancio verso l’organizzazione di concerti al Jazz Club “sempre più partecipati anche da studenti universitari portati dai nostri allievi”. Una capacità questa che non paiono avere l’Università di Ferrara e il comune che stando alle parole di Varese, con i 30.000 iscritti, hanno fatto “cassa nel breve periodo senza immaginare un progetto di lungo periodo”. A Oxford, dove insegna, sono 29.000 i posti letto messi a disposizione dall’Università che ha 36.000 studenti, a Ferrara sono “1400, il 4,6% del totale degli studenti” che sono così costretti “ad affittare camere a un costo medio di 400 € al mese”. “A Venezia – commenta amaramente – sono 390 €”. L’università “è cresciuta motto a costo zero ma senza fosse creata la possibilità che chi ne esce possa rimane qua”.

Tra i presidi fondamentali per un territorio si trovano anche le biblioteche la cui cultura, spiega Paola Zanardi, “è qualcosa che si stratifica nel profondo e deve essere mantenuta viva”. E per farlo serve “uno degli impegni più grandi che un’amministrazione deve dare all’interno di questa città” mentre invece si assiste al “depauperamento progressivo del personale“. C’è bisogno di bibliotecari che vadano “incontro alla città” se si pensa che “il 97% degli italiani non mette piede in una biblioteca”. E c’è bisogno di investimento nella spesa corrente che però si ferma a “75.000 €, una cifra piccolissima se pensate a tutto quello che occorre costantemente per rinnovare” ma soprattuto “se pensiamo che vengono buttati via soldi in maniera molto pericolosa in altre attività”.

“Sono molto contento – conclude Varese – che c’è qui il candidato sindaco che accoglierà queste proposte”. Proposte che portano a “un’idea di cultura diversa da quella promossa da questa amministrazione”. “Un’idea di cultura – continua Varese – che valorizza il lavoro dal basso, gli spazi, l’aggregazione, il ragionamento sul piccolo che poi diventa un ragionamento di lungo periodo”. Si parla, torna sui dati, di “una città con un forte aumento della povertà, dove sono aumentati del 30% gli accessi alla Caritas e dove la cultura non è stata usata come in passato. Cioè come una risorsa per aumentare il pensiero critico ma anche per creare opportunità di lavoro per tutti”.

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