Argenta. Il cronoprogramma del cantiere dell’ospedale di Argenta prevede che entro aprile venga completata la centrale operativa territoriale “Cot”, in grado di coordinare la presa in carico dei pazienti e avviare i percorsi terapeutici. Entro settembre la riorganizzazione del pronto soccorso che, in attesa della costruzione della nuova ala, dove troverà una diversa collocazione, subirà adeguamenti.
Entro giungo 2026 invece la realizzazione del nuovo padiglione che, demoliti alcuni fabbricati esistenti, ma inutilizzati, avrà una superficie di 3700 metri quadrati, in affianco a quello, di recente realizzazione, denominato il “Cioccolatone”.
E’ questa la sintesi dell’incontro pubblico organizzato martedì scorso nell’ex chiesa di San Lorenzo, al centro socio-culturale “Cappuccini”. Tema: “Ampliamento, innovazione e riorganizzazione dell’ospedale Mazzolani-Vandini in funzione delle nuove attività e degli importanti interventi strutturali”.
Tra i relatori il direttore generale dell’Azienda Usl Monica Calamai, che ha messo in evidenza “l’investimento complessivo di circa 14 milioni di euro, finanziati da fondi Pnnr, che riguardano non solo le opere edili, ma anche le dotazioni strumentali e tecnologie più avanzate per la digitalizzazione e informatizzazione dei servizi”. In vista c’è infatti la dotazione di un innovativo sistema diagnostico di risonanza magnetica e un ecotomografo.
Gli ha fatto eco il dirigente sanitario Roberto Bentivegna. Mentre l’architetto Giovanni Peressotti ha illustrato il piano degli interventi con al centro la realizzazione appunto del nuovo complesso sanitario “green”, a basso consumo energetico, attiguo a quello delle sale operatorie, capace di ospitare anche a 52 posti letto. Oltre ad ambulatori, annessi e connessi, al nuovo pronto soccorso con accessi, entrata ed uscita delle ambulanze in via Cristo. In agenda poi la rivisitazione della palazzina sede Avis e uffici di direzione, l’ex dispensario e i locali della medicina di gruppo.
A fare gli onori di casa c’era il sindaco Andrea Baldini, che ha posto l’accento sull’accorpamento “in un unico contenitore dei servizi per la salute”. Ma auspicando di mettere mano oltre che alla Farmacia ospedaliera, e ai parcheggi attigui, anche alla camera mortuaria. Struttura questa che versa in cattive condizioni, ma molto attenzionata, che abbisogna di particolari cure “per una sua riqualificazione – afferma il primo cittadino – che le dia più decoro, riservatezza, riguardo e funzionalità”. Al di là di tutto ciò sono emersi chiarimenti riguardo anche alla carenza di medici di base che verrebbe risolta entro un paio di mesi. Figure queste comunque “non dipendenti dell’Ausl – come ha spiegato Calamai – ma sono liberi professionisti che hanno possibilità di scelta”.
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