Giuseppe Rugolo è stato condannato a 4 anni 6 mesi di carcere per tentata violenza sessuale nei confronti del giovane Antonio Messina all’epoca dei fatti minorenne.
È il verdetto che esce, dopo otto ore di camera di consiglio, dal tribunale di Enna, nei confronti del sacerdote arrestato il 21 aprile del 2021 a Ferrara con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori.
L’inchiesta era nata proprio dalla denuncia di Antonio Messina, oggi trentenne, che aveva raccontato alla squadra mobile di Enna le violenze subite dal 2009 al maggio 2011. Atti di libidine e molestie sessuali che sarebbero accaduti all’interno della parrocchia, a scuola, in sagrestia, nel Grest estivo, approfittando dei dubbi della vittima circa l’incertezza di avere una vocazione religiosa attraverso una “subdola condotta di persuasione”, come scriveva il gip nell’ordinanza che portò all’arresto del sacerdote.
Nel processo, oltre al giovane dalla cui denuncia è partita l’inchiesta, si sono costituiti parti civili anche i suoi genitori, la Rete l’Abuso e l’associazione Contro Tutte le Violenze. Dopo la denuncia di Antonio Messina, oggi trentenne, nel corso delle indagini, sono emersi altri presunti abusi a danno di altri giovani, che non si sono costituiti parte civile. Per queste accuse Rugolo è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.
Come pene accessorie i giudici siciliani hanno ordinato l’interdizione di Rugolo per cinque anni dai pubblici uffici e perpetua dall’insegnamento, oltre al risarcimento dei danni, da decidersi in separata sede civile, in solido con la Diocesi di Piazza Armerina, nei confronti delle parti civili.
Non è stata invece considerata responsabile ai fini civilistici la Parrocchia di San Giovanni.
Esce dal tribunale abbastanza soddisfatto l’avvocato Denis Lovison, che assiste l’imputato assieme al collega Antonino Lizio: “considerando la situazione di partenza possiamo dire che sono state accolte alcune nostre precisazioni, specialmente per quanto riguarda l’accusa di induzione nella violenza aggravata. Aspettiamo le motivazioni per poi fare appello”.
L’induzione, presente nel primo capo di imputazione, era relativa all’ipotesi accusatoria di aver abusato di un minore in condizioni psichiche precarie. Accusa questa che è stata riqualificata in delitto tentato dal giudice collegiale.
Rugolo ha assistito personalmente alla lettura del dispositivo. Il procuratore Stefania Leonte, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la 10 anni di reclusione.
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