Politica
6 Marzo 2024
Durante la quarta commissione consiliare Hera porta dati confortanti rispetto all'inquinamento ma le opposizioni non sono del tutto convinte e chiedono di più

Termovalorizzatore. Qualità dell’aria ok ma quali vantaggi per i cittadini?

di Pietro Perelli | 3 min

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In estrema sintesi si può dire che dalla quarta commissione consiliare che ha tra le sue materie di competenza quelle della salute e dell’ambiente, i dati rispetto ai monitoraggi ambientali effettuati da Hera sul termovalorizzatore sono positivi ma non convincono del tutto. Nessuno in commissione vuole mettere in dubbio la bontà dei dati che mostrano come nelle zone di rilevazione non vi siano alterazione significative della qualità dell’aria sia a impianto acceso sia a impianto spento.

“L’impatto sulla qualità dell’aria è trascurabile – dice il direttore di produzione di Hera Ambiente Paolo Cecchin -, quello che respiriamo dipende per la maggior parte da traffico veicolare e riscaldamento domestico”. Per Hera ci sono anche la responsabile autorizzazioni e monitoraggi ambientali Katia Gamberini e il responsabile dell’area management Emilia Davide Bigarelli. Portano una relazione dettagliata che, per quanto riguarda la qualità dell’aria è frutto di uno studio con il Cnr e definisce la situazione espressa da Cecchin.

Si parla di dati molto stringenti che abbassano le soglie imposte da Unione Europea e Italia attraverso direttive regionali che impongono limiti che si potrebbero definire virtuosi.

Non tutto è oro quel che luccica però dato che da tre anni l’apporto di materia all’impianto è aumentata portando lo smaltimento da circa 130.000 tonnellate annue a 142.000. Un aumento che in qualche modo deve incidere sugli agenti inquinanti, “più usi più inquini” fa notare Mantovani (M5S) mentre Cecchin cerca di far notare l’efficienza che si viene a raggiungere con il raggiungimento della capacità per cui nasce l’impianto.

“Non ho dubbi sulla bontà di questi dati” fa notare Francesco Colaiacovo (Pd) che sottolinea come il regolamento oggi in vigore sia frutto anche di una “virtuosa collaborazione con i cittadini”. Ciò per cui storce il naso però è che pur riconoscendo ad Hera un lavoro “perfetto” in termini di “massimizzazione del profitto” non nota lo stesso se si sposta il discorso sui “benefici per i cittadini ferraresi”. Il riferimento più stringente è legato all’aumento dei costi della geotermia, che attinge anche dall’energia prodotta dal termovalorizzatore, nonostante gli aumenti causati dalle diverse crisi a livello planetario fossero legate al gas.

La richiesta, per dirla con le parole di Davide Nanni (Pd), è quella “di non fare diventare Ferrara la pattumiera d’Italia” considerando che l’aumento del tonnellaggio termovalorizzato ha implicato anche un aumento del rifiuto proveniente da fuori Ferrara.

Alessandro Balboni, assessore all’ambiente, riprendendo questo tema mette invece l’accento sul mancato peggioramento della qualità dell’aria nonostante l’aumento del tonnellaggio. Sarebbe quindi “auspicabile che Hera dia qualcosa di tangibile alla comunità che la accoglie” come fa anche in altre città della regione. Qualcosa che le precedenti amministrazioni non hanno chiesto e che secondo l’assessore avrebbe potuto portare nelle casse del comune una cifra che potrebbe quantificare come vicina ai 15 milioni di euro. “Se chiedo oggi questa compensazione ambientale – chiede quindi Balboni alla commissione – ho il vostro appoggio?”

“La salute non è in vendita” risponde un Mantovani sempre molto scettico e da tempo indirizzato, come tutto il Movimento 5 Stelle, verso una gestione interna dei rifiuti. Nanni (Pd) fa invece notare che la mancata richiesta della compensazione dipendeva dall’aver ridotto le tonnellate di rifiuti conferiti e che “in questi tre anni (dal 2021 si è passati a 142.000 tonnellate di rifiuti rispetto alle 130.000, ndr) l’attuale amministrazione pur pienamente legittimata politicamente non l’ha richiesta”.

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