Eventi e cultura
4 Marzo 2024
Visitabile fino al 20 marzo, raccoglie le opere del ferrarese scomparso un anno fa

Inaugurata la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

di Redazione | 3 min

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È stata inaugurata sabato pomeriggio (2 marzo) in una gremitissima Idearte Gallery la mostra d’arte in omaggio a Gian Pietro Testa – giornalista, scrittore e poeta – a poco più di un anno dalla scomparsa. Nato nel 1936 a Ferrara, dove è morto il 7 gennaio 2023, Testa è stato infatti anche pittore. Intitolata “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”, la rassegna a cura di Giorgia Mazzotti, ed è organizzata dall’associazione culturale Ferrara ProArt con il patrocinio di Comune di Ferrara, dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, dell’Associazione Stampa Ferrara con il sostegno di Amsef Ferrara a tutela della memoria.

La mostra raccoglie una serie di opere a tema prevalentemente femminile. L’artista-letterato attinge a piene mani e sa fare sue le opportunità e le affinità che incrocia sulla sua strada e verso le quali si pone con atteggiamento curioso, anticonformista  e creativo.

“Quando scompare un personaggio di questa levatura culturale si innesca un meccanismo di recupero doveroso e importante. Testa ha lasciato un’eredità importantissima, che ci offre la possibilità di rivalutare questo giornalista, poeta e scrittore anche sotto l’aspetto della sua passione per l’arte. Ringrazio Paolo Orsatti che, con la sua piccola, ma preziosissima galleria, valorizza con grande puntualità personaggi così identitari della nostra terra”, ha detto l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, all’inaugurazione della mostra.

In collegamento c’era anche il figlio del giornalista e pittore, Enrico Testa, che si è unito nei ringraziamenti per aver realizzato questa rassegna a Ferrara. “Per me – ha aggiunto – è un’emozione incredibile, mio padre ne sarebbe stato entusiasta. Mio padre pittore lo conosco meno, non amava farsi vedere dipingere. Si rifugiava in granaio e dipingeva quadri sull’anarchia e su altri temi a lui cari, dando vita ai suoi personaggi. Ringrazio Giorgia Mazzotti perché ha fatto un lavoro incredibile, che testimonia quello che papà ha sempre fatto e ha sempre voluto dire, “in direzione ostinata e contraria””.

“La mostra – ha spiegato Giorgia Mazzotti – è nata affinché le sue opere non si disperdessero dopo la sua scomparsa. Conoscevo Gian Pietro Testa da quando avevo vent’anni, è stato il mio maestro di giornalismo. Poi, col tempo, è diventato un amico. Oltre alle grandi inchieste da lui seguite che tutti noi conosciamo, aveva questa passione per l’arte, in particolar modo la pittura. ispirato da Licini, Warhol, Rauschenberg, ma anche da Filippo de Pisis. Per lui dipingere era un momento di libertà assoluta ma, a ben vedere, nelle sue opere ritroviamo anche la sua professione di giornalista, come nel ritratto del carabiniere o nelle opere che ricordano i caduti anarchici”.

Firma di spicco per inchieste e reportage giornalistici a livello nazionale, Testa ha lavorato come cronista e inviato di testate come “Il Giorno”, “L’Unità” e “Paese Sera”. Direttore dell’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara dal 1985 al 1992, ha fatto parte del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna dal 1989 al 1998. È stato tra gli ideatori e promotori dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Bologna, insignito nel 2017 del Premio Stampa alla carriera. Negli anni ha alternato la pubblicazione di opere di poesia e di narrativa.

L’esposizione è visitabile nella galleria di via Terranuova 41 fino a mercoledì 20 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Sabato su appuntamento al tel. 0532 1862076. Domenica chiuso. Per info: giom.larte@gmail.com.

Per l’occasione, gli organizzatori hanno realizzato un catalogo della mostra a cura di Giorgia Mazzotti, con prefazione di Lucio Scardino e ricordo di Riccarda Dalbuoni.

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