di Elisa Fiorini
Ferrara dice ancora no con forza ai Cpr, e questa volta ha deciso di farlo con la voce di più di 1.500 persone che nel corteo di sabato pomeriggio (2 marzo) hanno preso parte alla manifestazione che ha riunito decine di forze, politiche e non, verso un’unica direzione: chiudere i dieci Cpr presenti in Italia e fare in modo che mai ne sia aperto uno a Ferrara. Tra i vari volti che si sono visti camminare sotto alla pioggia in mezzo ai cartelloni e le bandiere erano presenti anche i candidati sindaco Anna Zonari e Fabio Anselmo e la senatrice Ilaria Cucchi.
Percorrendo viale Cavour fino a piazza Castello, il corteo ha protestato insieme ad Adam Atik di Cittadini del Mondo, salito sul palco in piazza per presentare le tante persone che hanno preso la parola, chi da Ferrara, chi da Bologna, chi da Reggio Emilia, Rimini e Forlì. Ma erano presenti anche volti del teatro, come Alessandro Bergonzoni, o chi ha voluto dare voce ai migranti costretti nei Cpr. Un coro che non vuole compromessi, non vuole questa strada, non vuole i Cpr.
Il presidente dell’associazione Guineana, Marcel, in apertura della serie di interventi ha ricordato ancora una volta Ousmane Sylla, ventiduenne morto suicida nel Cpr di Ponte Galeria: “Ci si dimentica troppo spesso di chi è gradito agli occhi di Dio: l’orfano, la vedova e lo straniero. E qui stiamo parlando proprio di stranieri. La strada del buonsenso non va mai dimenticata, e non deve essere mai vinta dalla propaganda”.
“Le leggi ostacolano la permanenza legale di queste persone in Italia – continua Francesca Battista di Cgil – e la creazione di persone definibili come irregolari porta manodopera per coloro che sfruttano all’inverosimile queste persone, consci del fatto che non avrebbero alternative al di fuori di loro. Vogliamo giustizia sociale, abbiamo tutti diritto a vivere un’esistenza dignitosa”.
Anche i rappresentanti del centro sociale La Resistenza hanno preso la parola: “Dal punto di vista linguistico, ci siamo abituati a definire che per lo Stato non hanno il diritto di trovarsi sul nostro suolo come “irregolari“, termine che rispecchia le costruzioni sociali che ci sono imposte. Nei Cpr le persone sono strumentalizzate a costi altissimi, e vogliamo che quei luoghi diventino solo un brutto ricordo. L’8 marzo saremo in piazza alle 16.30 per protestare contro le diseguaglianze, ambito nel quale i Cpr si inseriscono a pieno titolo”.