Comacchio
26 Febbraio 2024
Ospite de La città invisibile il professor Franco Cazzola che ha ripreso il concetto che si era iniziato a sviluppare già dal precedente incontro

“Rileggere la storia per capire la città”. La “diversità positiva” di Comacchio

di Redazione | 3 min

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Si è tenuto sabato alla Manifattura dei Marinati a Comacchio il secondo incontro del ciclo “Rileggere la storia per capire la città” dell’associazione La città invisibile, ospite di questa volta il professor Franco Cazzola. Moderatrici dell’incontro Fiorella Shane Arveda, presidente dell’associazione e Federica Gentili, del direttivo dell’associazione, raggiunte poi al tavolo anche dalla professoressa di urbanistica e responsabile dell’unità di ricerca sul paesaggio del dipartimento di architettura di Ferrara Francesca Leder

A sala gremita Cazzola ha ripercorso i passaggi fondamentali della storia di Comacchio così da porre le basi di partenza per un discorso più ampio che verrà proseguito nei prossimi incontri organizzati dall’associazione.

Il discorso è ripartito proprio dal concetto di “diversità positiva” di Comacchio, così come tratteggiato già dall’incontro precedente con il profofessor Gandini (seduto tra il pubblico in sala, ndr). Una città che insieme ai suoi abitanti resiste con la propria particolare individualità di fronte alla standardizzazione comune delle altre. Ciò sebbene vi siano molte forze volte ad un’illusoria ricchezza che portano ad uniformarsi. 

Nonostante questo istinto e orgoglio della cittadinanza stessa è stato evidenziato come si è sempre ricaduti nella paura di non farcela autonomamente e si è delegato il potere all’esterno. Così facendo però i dominatori hanno sempre sfruttato la situazione per i propri interessi abbandonando le valli non appena era terminato il guadagno. La cura dell’enorme risorsa valliva è dunque sempre stata assente dagli appaltatori esterni e insufficiente da quelli interni. 

Forse, si è dedotto dalle parole del prof. Cazzola, sarebbe stato il caso di creare una gestione locale dei beni comuni, con le forze locali interne e senza dipendere dalle continue espropriazioni e interessi altrui. Lo stesso meccanismo di sottomissione agli imprenditori esterni, ha notato lo storico, si è ripetuto non solo con la gestione delle valli ma anche con quella delle terre agricole successivamente alle opere di bonifica. 

Su questo ci si è a lungo intrattenuti durante la conferenza: il seppellimento massivo di gran parte delle valli cos’ha portato ai comacchiesi? La trasformazione da pescatori in agricoltori è mai avvenuta realmente?Perché si è arrivati ad una scelta di bonifica che andava contro il patrimonio stesso di Comacchio, che era quello d’acqua? E oggi cos’ha portato questa scelta?

Sulla scorta delle risposte che ci si è potuti dare si evidenzia una continua frattura tra abitanti e ambiente.

E forse proprio su questo particolare frattura e allo stesso tempo legame tra i due, unico nella sua specie, si è giunti a domandarsi se i comacchiesi oggi desiderino finalmente abbracciare le proprie risorse d’acqua valliva. E se ciò sia possibile riconoscendo alle stesse un ruolo, anche economico, da protagoniste. 

“Una scelta del genere peraltro – conduce il discorso del prof. Cazzola – ci si chiede se la città sia pronta a compierla abbandonando gli individualismi e la sottomissione del proprio futuro ad approfittatori esterni”.

In questo ci si ricollega alle considerazioni dell’economista prof. Gandini, e a sua volta a quelle della sociologa Salkoff (punto di riferimento dell’associazione) e ci si domanda: “Comacchio oggi ha il coraggio di riappropriarsi della propria identità?” e ancora “i comacchiesi sono intenzionati a rifare propria la valle in senso collettivo unendo le forze per il bene comune?”

Su queste domande l’incontro si è animato con numerose domande al relatore da parte del pubblico in sala. 

Di questo animo degli abitanti di riappropriazione delle forze delle proprie città si continuerà a parlare con il giornalista e scrittore Francesco Erbani (ex direttore del settore cultura di Repubblica e oggi giornalista di Internazionale) e alla prof. Francesca Leder al prossimo incontro del 5 aprile, alle ore 16 sempre presso la Manifattura dei Marinati.  

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