Cronaca
24 Febbraio 2024
Sentita la dottoressa Emanuela Turillazzi, professoressa ordinaria di medicina legale a Pisa. Nel 2016 è stata contattata del medico legale Vittorio Fineschi per valutare la possibilità di effettuare ulteriori analisi sul cadavere del calciatore

Processo Bergamini. “Segni sulla gola compatibili con un trauma”

di Redazione | 3 min

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di Stefania Scarfò
È stata la professoressa ordinaria di medicina legale a Pisa, Emanuela Turillazzi, l’unica testimone chiamata ieri (23 febbraio) a deporre davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, durante il processo a carico di Isabella Internò, unica imputata per la morte di Denis Bergamini.
Citata dalla difesa dell’imputata la teste ha risposto alle domande dell’avvocato Pugliese che le ha chiesto del suo coinvolgimento nel caso. La dottoressa Turillazi nel 2016 è stata contattata del medico legale Vittorio Fineschi per valutare la possibilità di effettuare ulteriori analisi sul cadavere di Bergamini.
“Non ho visto il cadavere né i vetrini, ho solo visto le foto e letto le varie consulenze, tra le quali quella di Avato – ha affermato la teste -. Se condivido il pensiero di Fineschi? Appartengo alla sua scuola, abbiamo lavorato insieme in tante occasioni e spesso ci sentiamo per condividere opinioni e idee”.
Oltre 400-500 esami autoptici eseguiti tra Siena e Foggia, dove ha lavorato, la dottoressa Turillazzi non ha mai eseguito esami con la glicoforina (utili a valutare la vitalità dei tessuti): “Ho letto molo sulla glicoforina e la ritengo un marker fondamentale e riconosciuto di vitalità”. Sull’attendibilità degli studi sulla glicoforina e sul carattere sperimentale degli stessi la Turillazzi ha specificato: “Il metodo di lavoro in medicina, specie in quella legale, è la sperimentazione. Nel senso che si fanno delle ipotesi e poi si fanno esperimenti per valutarne l’attendibilità. L’attività scientifica è tutta sperimentale. Bisogna sottolinea che le pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali passano sempre il vaglio di una commissione, gruppo di revisori che non conosce gli autori ma che valuta la veridicità di quanto scritto”.
Per avvalorare le sue parole la teste legge in aula alcuni stuti (uno del 2023 della scuola milanese, l’altro del 1993 della scuola giapponese) nei quali si certifica la rilevanza degli esami con la glicoforina e nei quali, soprattutto, si asserisce come la putrefazione non ne possa in alcun modo alterare gli esiti: “Le alterazioni post mortem – sottolinea – non incidono sulla positività della glicoforina che è insensibile alla putrefazione. E poi nel caso questi fenomeni potessero incidere in qualche modo avremmo dei risultati negativi, ma mai positivi. Si potrebbe eventualmente discutere di false negatività ma non esistono false positività”.
Il controesame dell’avvocato Alessandra Pisa, legale di parte civile, è incentrato soprattutto sulla sofferenza polmonare ravvisata nel cadavere di Denis già nella prima autopsia effettuata dal professor Avato nel 1990 e proprio sulle conclusioni alle quali giunse Avato, riferite in aula nello scorso mese di gennaio dallo stesso medico legale, l’avvocato Pisa ha chiesto un parere alla teste.
“Avato ha affermato che la rottura dei setti alveolari potrebbe esser stata causata da un fenomeno inspiratorio, come se il ragazzo fosse stato colto di sorpresa. Cosa ne pensa?” “La fase di sorpresa è tipica dell’annegamento -ha sostenuto la Turillazzi – ma di nessun altro caso. Per la rottura dei setti ci vuole una dispnea profonda, continua, un tentativo di respirare che non va a buon fine. La condizione di Denis con polmoni espansi che in pratica sono adiacenti non è compatibile con una sorpresa. I segni sulla sua gola – afferma – sono compatibili con un fenomeno traumatico”.
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