Innanzitutto è necessario fare chiarezza tra le parole “migranti” e “immigrato irregolare”, che non hanno il medesimo significato. E mi pare che si faccia confusione anche tra Centri di Prima Accoglienza (Cpa) e Centri per il Rimpatrio (Cpr). I Cpa sono strutture di accoglienza in cui i migranti, al loro arrivo in Italia, ricevono le prime cure, vengono identificati e possono avviare le pratiche per la richiesta di asilo. I Cpr sono invece i centri istituiti per contrastare l’immigrazione clandestina, dove verranno collocati stranieri irregolari considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica, che non hanno i requisiti per chiedere asilo politico.
Pertanto, quando Mons. Perego, come pure il consigliere Dem Nanni, parlano genericamente di migranti e del loro bisogno di essere accolti, a chi si riferiscono? Si riferiscono ai migranti “regolari”, cioè quelli che, in un Cpa, viene stabilito che hanno diritto a ottenere l’asilo politico (in tal caso il Governo Meloni non ha alcun problema a concederlo se sussistono i requisiti di legge) o ai migranti irregolari, quelli ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica, che non hanno i requisiti per permanere sul territorio italiano e vengono collocati in un Cpr in attesa di espatrio? Lo dicano chiaramente senza giri di parole.
Perché quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni sembra un chiaro tentativo da parte di Mons. Perego di fare campagna elettorale in vista delle prossime elezioni a Ferrara dell’8 e 9 giugno. Quella che si vuol far passare per “opinione” e “diritto di critica” ha assunto in realtà tutte le caratteristiche di un punto programmatico da campagna elettorale, con il chiaro tentativo di portare il dibattito sul piano nazionale attaccando il Governo.
Inoltre, insinuando negli elettori il dubbio che il “pericolo Cpr” è ancora attuale (solo perché il Ministero non si è ancora pronunciato), significa non voler ammettere la verità. Il senatore Balboni (non una chiacchiera da bar) ha già dichiarato che il Cpr non si farà sul nostro territorio (né a Ferrara né in provincia) perché mancano i requisiti necessari.
Ora, che questa “vittoria” del centro-destra sia difficile da digerire lo possiamo immaginare, ma credo che i nostri cittadini meritino un po’ di onesta intellettuale e non di essere tratti in confusione, insinuando in loro un dubbio infondato.
La priorità di Fratelli d’Italia Ferrara è quella di portare in campagna elettorale proposte concrete per la nostra città: obiettivo che dovrebbe essere proprio di ogni forza politica. Ma evidentemente, come volevasi dimostrare, la sinistra preferisce confondere i cittadini, perché incapace di costruire proposte serie e concrete.
Chiara Scaramagli, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia