Malfunzionamento, errore fatale o gesto volontario. È attorno a queste tre ipotesi che si stanno sviluppando le indagini della Squadra Mobile di Ferrara e del Nucleo Investigativo Antincendio dei vigili del fuoco di Bologna che, coordinati dalla Procura, sono al lavoro per ricostruire le dinamiche di quanto accaduto martedì sera (6 febbraio) nel parcheggio del negozio Decathlon di via Bologna, quando un camper è esploso uccidendo madre e figlio che si trovavano a bordo in quel momento.
Il sopralluogo degli inquirenti – e del medico legale – è andato avanti durante l’intera nottata tra martedì e mercoledì, tra fotografie, filmati e ispezioni alla ricerca di indizi e particolari che possano aiutare a capire che cosa sia successo in quei tremendi attimi in cui la deflagrazione ha squarciato il veicolo, poi divorato dalle fiamme.
Le valutazioni che stanno svolgendo il Reparto Scientifico della polizia di Stato e il Nia al momento non escludono alcuna ipotesi. C’è stato un guasto a una delle due bombole alimentate a gpl? Cosa stavano facendo le due vittime? L’innesco potrebbe essere partito dalla scintilla di una stufetta o da un fornellino? Si è trattato di un guasto o di una mancata manutenzione? Sono questi gli interrogativi. Non si scarta nemmeno l’ipotesi dell’omicidio-suicidio, anche se questa pista al momento non convince gli inquirenti, soprattutto per il modo accidentale in cui è avvenuto lo scoppio.
Stando a quanto si apprende, il figlio – proprietario del veicolo – da diverso tempo usava il camper come sua abitazione, nonostante pagasse l’affitto per la sua residenza ufficiale in una casa di Santa Maria Maddalena, dove anche la madre abitava. A tal proposito, nell’ultimo periodo, l’uomo è stato visto in sosta nei parcheggi dei centri commerciali della provincia di Rovigo col suo veicolo, proprio come aveva fatto nei giorni scorsi a Ferrara, quando l’esplosione non ha lasciato scampo a lui e a sua madre.
Una circostanza quindi abbastanza comune per lui, quella di viaggiare, vivere e dormire sulle quattro ruote. Resta da capire perché con lui, questa volta, abbia portato anche la madre che, solitamente, dicono i vicini di casa, se ne stava nella loro abitazione di via Nanni Loy. Anche su questo aspetto sono al lavoro gli inquirenti.
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