Nel vocabolario, la parola De-carbonizzare significa diminuire le emissioni inquinanti delle combustioni nell’atmosfera: le fiamme, il calore, i fumi e i gas.
Nell’Unione Europea, la parola De-carbonizzazione significa Legge e costituisce una normativa di procedure e attuazioni che gli Stati Membri sono obbligati a mettere in pratica per il conseguimento dell’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e di rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050.
Nel territorio urbano e provinciale di Ferrara la parola De-carbonizzazione è molto più di un vocabolo, di una legge e di un obiettivo a breve o lungo termine.
Nel cielo sopra Ferrara, poi -quello tra i più inquinati d’Italia e d’Europa dalla più alta emissione di fiamme, calore, fumi e gas nell’aria- questa parola assurge a titolo di simbolo, codice e crittogramma che include anche numeri, cifre e calcoli a dir poco impressionanti.
Volendo parlare in maniera degna e dignitosa di de-carbonizzazione in un contesto di Emergenza Ambientale come quello rappresentato dal nostro territorio, meglio non farsi impressionare dalle statistiche di record negativi e abbandonare questa parola per iniziare a parlare di cose un po più semplici, chiare e alla portata di tutti: Ecologia e Diritto alla Vita.
Ferrara Città d’Arte e Cultura Patrimonio dell’Umanità UNESCO è la città-record dei malefici sanitari ed economici prodotti dalle combustioni da oltre vent’anni, ma per come è stata posta ai cittadini ferraresi non è mai stata una questione di salute, di ambiente, di ecologia: è stata, e rischia di continuare ad essere per sempre, una questione di marketing politico a esclusivo vantaggio di un sistema finanziario che vive e si ingrassa quando entrano in campo le grandi privatizzazioni, i grandi progetti, i grandi impianti e i grandi finanziamenti.
Quando la de-carbonizzazione veniva chiamata termovalorizzazione-geotermia, si è dimostrata il più grande pacco mai rifilato ai ferraresi: anziché energia rinnovabile che si ricava dal calore naturale della Terra e che può essere utilizzata sia per la produzione di energia elettrica che per la produzione di calore e acqua calda, si trattava di calore artificiale non rinnovabile prodotto di forni di incenerimento di rifiuti.
Fu da allora, dai primi del Duemila, che si iniziò a parlare di rischio di atteggiamento di pirateria ambientale assunto dalle scelte delle amministrazioni locali in ambito ecologico, ma quando si passò alla triplicazione dell’inceneritore Hera spa di via Diana – Cassana e alla messa in funzione della centrale turbogas Enipower spa da 800 megawatt -in un contesto ambientale già allora detentore dei record di superamenti del limite di concentrazione di micropolveri nell’aria e del più alto numero di patologie tumorali a livello respiratorio- vi fu chi lanciò l’allarme sul reale rischio di crimini ambientali.
Proprio come avevano fatto le precedenti giunte di Sinistra/Centro Sinista -Tagliani, Sateriale, Soffritti- anche l’attuale amministrazione di Destra Fabbri sta facendo da sponda alle logiche monopolistiche e private di aumento dei ricavi a scapito della salute pubblica. Niente di nuovo, ma anzi, di vecchio e consunto, che diviene tristemente allarmante soprattutto se portato avanti dai più giovani tra gli attuali amministratori pubblici locali.
Più che non a causa del comportamento dei nuovi responsabili della salute e dell’ambiente, a stupire maggiormente, e a intristire ancor di più, è il camaleontico comportamento assunto dai protagonisti del vecchio corso targato DS/Verdi, (con gli ex Gaetano Sateriale in qualità di Sindaco e Sergio Golinelli ex Assessore Provinciale all’Ambiente), che trovano ancora la forza e il coraggio di lanciarsi all’arrembaggio nel panorama politico preelettorale ferrarese parlando agli ignavi di “De-carbonizzazione”, di “Chimica Verde”, di “Giustizia Climatica”.
E, si badi bene, senza mai assumersi le responsabilità delle inevitabili, molto spesso letali, tragiche conseguenze.
Franco Ferioli