di Sara Bolognesi
Regolamento del garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale al centro del dibattito della quarta Commissione consiliare per l’ammissione in Consiglio comunale. Il risultato della votazione è stato favorevole per un solo voto e con non poche polemiche: i voti favorevoli sono stati infatti 15, contro i 14 contrari. A destare perplessità due questioni: a chi spetti la responsabilità di nominare o eleggere il nuovo garante per il Comune di Ferrara e la durata del mandato dello stesso.
Un dibattito animato e partecipato, con molte perplessità da parte dei consiglieri di minoranza, che discutono anche della natura e legittimità della stessa commissione, a partire dal consigliere Colaiacovo e a cui fanno eco Baraldi e Nanni. Lamentano in particolare l’assenza del soggetto politico nella presentazione e nella discussione di questo Regolamento – in questo caso esposto dal segretario generale Francesco Babetto.
Per la consigliera Baraldi è stata “tolta la possibilità di interlocuzione politica. Solitamente dalla nomina si va verso l’elezione. La bozza di regolamento, rispetto a questo tema, è ora palesemente in contrasto con le linee guida del Garante nazionale e dell’Anci, che vanno esattamente verso un’ottica di elezione”, conclude critica Baraldi.
Un elemento, quello della natura della nomina, sottolineato anche da Roberto Cavalieri, che ricopre il ruolo di Garante regionale, presente in collegamento da remoto. “I comuni hanno a disposizione due documenti, tra cui il protocollo d’intesa del Garante nazionale e dell’Anci, come linee guida nella definizione di questa figura”, spiega Cavalieri, ricordando come il Comune di Ferrara abbia adottato una delibera in merito ma non abbia ancora proceduto alla nomina, dopo la scomparsa a inizio 2023 del precedente Garante, Francesco Cacciola.
Nel protocollo d’intesa tra Garante nazionale e Anci, che delinea alcuni criteri necessari per avere un equilibrio tra il ruolo istituzionale del Garante e la sua autonomia, è sottolineato come “l’elezione diretta da parte del Consiglio comunale possa garantire tale previsione coniugata con la necessità di evitare poteri di veto che potrebbero tradursi in situazioni di stallo permanente”.
Sarebbe quindi consigliata l’elezione di questa figura da parte del Consiglio comunale e non con nomina del sindaco, come invece appare nella bozza del regolamento del Comune di Ferrara. “Più la scelta diventa trasversale all’organo di governo dell’amministrazione, meglio è”, sottolinea nel suo intervento il Garante regionale.
Aggiunge poi Cavalieri: “Un mandato deciso da una sola persona potrebbe marginalizzare fortemente il Garante, che dovrebbe essere una figura super partes”, ribadendo più volte la “necessità che questa nomina sia fatta con strumenti elettivi autonomi, e che il Garante possa estendere il suo mandato a tutta la popolazione che vede ristretta la propria libertà, anche alla luce dell’ipotesi di un ampliamento della struttura circondariale nel territorio di Ferrara”.
Un altro elemento di perplessità, che ha portato i consiglieri di minoranza ad esprimere un voto contrario, è la durata del mandato. Come sottolineato da Cavalieri, “il mandato dovrebbe essere almeno di cinque anni, per poter osservare il lavoro svolto e vederne i risultati. Un mandato di tre anni è un periodo molto modesto”. Il regolamento portato in esame stabilisce, invece, che il Garante sia in carica tre anni, con possibilità di essere rinominato una sola volta.
“Il regolamento va rivisto nella modalità di elezione e nella durata del mandato” anche secondo il consigliere Davide Nanni, che si rivolge prima al segretario generale Francesco Babetto e poi al presidente del Consiglio comunale Lorenzo Poltronieri. “Trovo singolare e spiacevole che si decida di avallare il fatto che alla fine a nominare questo garante sia direttamente il sindaco – prosegue Nanni – delegando una scelta ad una sola persona, specialmente quando si tratta di incarichi per funzioni di garanzia”. Per Poltronieri “si sono fatte delle scelte politiche. La giunta e il sindaco si sono presi la responsabilità di questa nomina”.
Ma alla luce delle nuove linee guida “perché si è scelto di delegare la nomina al sindaco togliendo voce in capitolo al consiglio comunale?”, prosegue Nanni. “Una scelta politica. La giunta, nella proposta di Regolamento, ha delegato il sindaco invece del consiglio comunale”, ribatte di nuovo il presidente del consiglio comunale Poltronieri. Un’affermazione non condivisa da Nanni che conclude l’intervento prima della votazione: “Viene il sospetto che il sindaco e la giunta ritengano il consiglio comunale incapace di prendere certe decisioni. Spero invece che questi, chiunque essi siano, abbiano rispetto del Consiglio comunale”.
La discussione, quindi, spetta ora al Consiglio comunale e sarà calendarizzata dopo la seduta del 5 febbraio.
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