Ferrara e la storia di Carla Neppi Sadun saranno protagoniste oggi, 27 gennaio alle 18.40, in prima visione su Rai Storia, in occasione del Giorno della Memoria.
Uno degli ultimi testimoni diretti della persecuzione antiebraica, iniziata con le leggi razziali fasciste del 1938, sarà al centro de “Le leggi razziali. Una storia ferrarese” di Andrea Orbicciani, regia di Pasquale D’Aiello.
“La puntata di Rai Storia, che avrà al centro la storia di questa donna ferrarese, appena una bambina quando scampò la deportazione, sarà un importantissimo tassello che si inserisce nelle ricorrenze che il 27 gennaio commemorano le vittime dell’olocausto, cui la città di Ferrara, anche quest’anno, aderisce con sentita e attenta partecipazione”, così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ricorda anche come la città accoglierà Carla Neppi Sadun il 29 gennaio, ospite alla Sala Estense per raccontare la sua vicenda e incontrare le scuole del territorio (“Cinque Storie in cinque oggetti”, lunedì ore 10, organizzato dal Meis e dall’Istituto di storia contemporanea).
“Il ringraziamento va alla produzione di Rai Storia per aver scelto di raccontare questa storia, riportandola nei luoghi ebraici della città. Ricordare quanto è stato, anche attraverso la documentazione televisiva, è il primo passo per costruire una società più attenta rispetto a questa drammatica pagina di storia”, aggiunge l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.
Carla Neppi Sadun, all’epoca, aveva sette anni e abitava a Ferrara. Da qui, nel 1943, fu costretta a fuggire con tutta la famiglia per evitare la deportazione, nascondendosi in uno sperduto villaggio dell’appennino emiliano. Racconta le proprie vicissitudini e quelle dei suoi familiari, ripercorrendo i luoghi della città dove ha trascorso l’infanzia: la casa paterna dove hanno dimorato sette generazioni della sua grande famiglia; la piccola scuola ebraica nell’antico ghetto di Ferrara, dove ha potuto proseguire gli studi dopo essere stata cacciata dalla scuola elementare statale vietata agli ebrei; la sinagoga tedesca frequentata dalla sua famiglia, che nel 1941 fu devastata dai fascisti, che bruciarono i libri sacri. E ancora, il suggestivo cimitero ebraico della città, dove riposano quasi tutti i suoi familiari, tranne la zia Olga e lo zio Gino Emanuele, affermato medico di Milano, entrambi arrestati dai nazifascisti, per essere poi deportati e uccisi ad Auschwitz. Completano il racconto le voci della storica Anna Foa e di Amedeo Spagnoletto, direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis) di Ferrara, importante punto di riferimento per la trasmissione della storia e della cultura ebraica in Italia.
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