Per la morte del 15enne Manuel Lorenzo Ntube, la giovane promessa del Padova Calcio investita e uccisa mentre era in sella alla sua bicicletta all’altezza del civico 357 lungo la via Pomposa, tra i centri abitati di Quartesana e Codrea, nei giorni scorsi, la Procura di Ferrara ha chiuso le indagini.
Iscritto nel registro degli indagati un 38enne ferrarese che, nella serata del 30 novembre 2022, intorno alle 22, era alla guida della sua automobile, una Nissan Qashqai, quando – senza accorgersene – ha tamponato i velocipedi su cui stavano viaggiando il ragazzo, morto sul colpo, e un amico che si trovava insieme a lui, Edoardo Azzolini, all’epoca dei fatti 17enne, sopravvissuto allo tragico schianto, dopo il trasporto in gravissime condizioni all’ospedale Sant’Anna di Cona.
Oggi, dopo l’esiti dell’autopsia, della perizia cinematica e di quella informatica, a lui il pm Ciro Alberto Savino contesta l’omicidio stradale con l’aggravante della fuga e la mancata assistenza alle persone ferite nello schianto.
Secondo l’accusa, infatti, l’autista del veicolo – che procedeva da Denore in direzione della città – stava percorrendo la Sp15 a una velocità di 85 km/h, superando di 15 km/h il limite consentito in quel tratto di strada, considerate anche le condizioni di assenza di illuminazione pubblica in quel tratto. E inoltre, tra le 21.52 e le 22 fino al momento dell’incidente, per la Procura, l’uomo avrebbe usato il cellulare alla guida, limitando di fatto i suoi tempi di reazione per evitare l’incidente.
Avrebbe così investito i due ragazzini, che stavano pedalando nella sua stessa direzione di marcia, lungo il margine destro della carreggiata, sprovvisti – in quella circostanza – di indumenti retroriflettenti e di illuminazione sufficiente per essere individuati, dandosi alla fuga dopo aver causato il tragico sinistro mortale, senza prestare alcuna assistenza ai due. Solamente dopo tre ore si sarebbe presentato al comando della polizia locale Terre Estensi ammettendo le sue responsabilità.
Ntube morì subito, si diceva, dopo che la sua bici si schiantò contro un platano mentre Azzolini venne portato in ambulanza al vicino ospedale, dove venne ricoverato nel reparto di Rianimazione con prognosi riservata: la sua bici venne proiettata al centro della via Pomposa.
Parti offese per quanto accaduto sono il fratello, la madre (entrambi assistiti dall’avvocato Clarissa Finotto del foro di Venezia) e il padre di Ntube. Insieme a loro anche Edoardo Azzolini, rappresentato dai suoi genitori, assistito dal legale Saverio Stano.
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