“Sergio Ramelli e l’uso politico della memoria”
Ferrara decide di intitolare uno spazio pubblico a Sergio Ramelli, ma il problema non è Ramelli, il problema è l'uso politico della memoria
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Autorizzare una cabina di trasformazione per un impianto fotovoltaico. La terza commissione si è espressa sull’istanza di esproprio di un terreno privato
La progressiva riconversione dei terreni agricoli della provincia di Ferrara in aree destinate alla produzione energetica preoccupa il Movimento 5 Stelle
di Roberto Vuilleumier*
Egregio Alan Fabbri,
sono da sempre convinto che la coerenza in politica non sia una dote, ma un difetto.
La coerenza infatti in ambito politico, impedisce il più delle volte di raggiungere gli obiettivi anche i più segreti e inconfessabili che si è prefissati.
Le ragioni di quanto, in estrema sintesi, risiederebbe per chi scrive nella complessità dei meccanismi democratici che a loro volta impongono (o meglio imponevano) per fortuna, a chi conduce la cosa pubblica, di dover dialogare con persone che la pensano diversamente da noi.
A questo proposito dopo aver letto la polemica scaturita tra lei ed il vescovo di Ferrara, vorrei tentare di comprendere e meglio apprendere in tanta e manifesta incoerenza il suo obiettivo finale.
Dichiarata in maniera neanche tanto velata la sua “identità cristiana” all’inizio del suo mandato manifestata dall’acquisto, salvo errori di cui mi perdonerà, di 385 legnetti messi a croce da fissare “a monito” nelle scuole ferraresi, ha poi proseguito tra le altre confermando la quota del 7% (azzerabile come fece il Comune di Imola) degli oneri di urbanizzazione secondaria a favore del culto o meglio degli “immobili di proprietà della curia” per circa 30/40000€ anno (dal 1998 alcuni milioni di €).
Un osservatore distratto dinanzi a tali comportamenti certificanti il disprezzo per le istituzioni, il menefreghismo nei confronti della laicità della scuola, lo sperpero nell’amministrazione dei soldi dei contribuenti, l’avrebbe chiaramente qualificata come clericale.
Oggi dinanzi all’ennesima inaccettabile interferenza del vescovo Gian Carlo Perego questa volta in tema di migranti, con quella sua risposta piccata e orgogliosa “È facile fare i caritatevoli con i soldi e i beni degli altri” l’osservatore attento rimane interdetto.
E’ vero, anche un orologio rotto segna per due volte al giorno l’ora giusta, ma per una volta voglio credere che ci sia qualcosa di più, quindi riveli la strategia, l’obiettivo finale.
Chi è lei, infine? un cavaliere crociato, un fine stratega o un simpatico umorista?
*coordinatore Uaar Emilia-Romagna
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