Tira un sospiro di sollievo e si dice “contenta” per l’esito del processo, Giulia Maria Nanni, la dottoressa responsabile del servizio diagnosi e cura della Psichiatria universitaria di Ferrara prosciolta dall’accusa di omicidio colposo per la morte di Leonardo Riberti, il 21enne ferrarese che – il 21 giugno 2022 – precipitò dopo aver scavalcato una finestra dell’ospedale Maggiore di Bologna.
“Il giudice ha confermato quanto da me sempre sostenuto, ossia – afferma al termine dell’udienza – che ho ritenuto di avere fatto tutto quello che era in mio potere per offrire a Leonardo le cure migliori possibili. Ma non c’è stato giorno in cui non abbia ripensato a quanto accaduto. È stato un periodo difficile anche perché, spesso, sui media venivo additata come responsabile di quanto avvenuto in un altro ospedale nonostante mi fossi prodigata per dare tutte le informazioni necessarie ad avere piena conoscenza della salute di Leonardo. Un pensiero particolare va, da parte mia, alla famiglia di Leonardo con il sincero augurio di riuscire a fare chiarezza su quanto accaduto all’ospedale Maggiore in quella tragica notte“.
A farle eco, augurando che vengano accertate le verità e le responsabilità di quando accaduto, è il suo legale difensore Michele Ciaccia, mentre l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste i familiari del ragazzo, parla di una “sentenza annunciata che non ci indigna affatto, perché abbiamo sempre detto che la responsabilità era dei medici del Maggiore”. “La tesi del pm, da noi mai condivisa, parlava letteralmente di una inadeguata cautela ascrivibile alla dottoressa Giulia Maria Nanni. Ma l’otorinolaringoiatra Righi le informazioni ce le aveva, solo che non le ha messe in pratica. Si tratta di una sconfitta della Procura” conclude.
Non perde fiducia nel lavoro della magistratura nemmeno Davide Riberti, papà di Leonardo, che sui social scrive poche parole ma significative, in attesa che il gup sciolga la riserva sull’opposizione alla richiesta di archiviazione dei due sanitari del Maggiore indagati: “Ho fiducia nella giustizia e nel fatto che le posizioni del dottor Righi e della infermiera Guidoreni dell’ospedale Maggiore di Bologna non verranno archiviate”.
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