Cgil, Cisl, Uil, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil Emilia-Romagna hanno scelto di proseguire l’iniziativa sindacale unitaria per provare a modificare la decisione della giunta regionale sull’aumento delle rette delle Cra (Case residenza per anziani) e dei Csrr (Centri socioriabilitativi residenziali per disabili) con una nuova mobilitazione che il 13 febbraio, li vedrà nuovamente scendere in campo, quando a Bologna, in viale Aldo Moro, manifesteranno davanti alla sede della Regione.
“Riteniamo inaccettabile la decisione assunta della Regione – spiegano – in quanto inciderà fortemente sulle condizioni sociali delle famiglie colpite in questi anni di crisi economica, da inflazione a due cifre, prezzi energetici alle stelle, pensioni e stipendi bloccati e paradossalmente comporterà un aumento delle famiglie indigenti e un aggravio di costi per i comuni. Per questo motivo ci sarà un presidio unitario presso la sede della Regione convocato congiuntamente dalle segreterie confederali regionali e dalle segreterie dei rispettivi sindacati dei pensionati”.
I sindacati proseguono: “Il nostro obiettivo è chiaro: ricondurre il tema delle rette nell’ambito che gli è proprio, cioè la definizione delle nuove regole dei criteri dell’accreditamento, una definizione della retta regionale che assuma l’Isee per graduare linearmente gli importi tra gli utenti per rendere il sistema più equo e non diversificato come è ora. È necessario un legame tra qualità del servizio offerto, che deriverà dalle nuove regole di accreditamento, e il tema delle tariffe e delle rette. Nel contempo le strutture territoriali di Cgil, Cisl e Uil e di Spi, Fnp e Uilp avvieranno mobilitazioni territoriali volte a chiedere che il tema sia discusso nelle sedi delle Ctss (Conferenze territoriali sociali e sanitarie) e nei Consigli comunali”.
In quest’ambito chiederanno che le amministrazioni comunali decidano un adeguamento immediato dei valori Isee oltre i quali si determina l’aiuto dei Comuni, di condividere la richiesta alla Regione di sospendere la delibera in attesa della conclusione del confronto, di condividere la necessità di transitare verso una retta regionale applicando l’Isee e la richiesta di aumento del Fondo Regionale per la non autosufficienza.
Le organizzazioni sindacali esprimono “fortissima preoccupazione per le mancate risorse o in alcuni casi veri e propri tagli sulla legge di bilancio nazionale proposta dal Governo e approvata dal Parlamento. Le risorse stanziate sul Fsn per il 2024 e anni successivi, seppur in crescita in valore assoluto, non lo sono in valore reale; sono in calo rispetto al Pil e non coprono il tasso di inflazione; condizione finanziaria idonea a provocare serie ripercussioni anche sul sistema sanitario e socio sanitario della nostra regione, come purtroppo sta accadendo. A questo si aggiungono i tagli al fondo nazionale della disabilità, l’invarianza di risorse sul Fnna (fondo nazionale della non autosufficienza) a fronte dell’incremento dei bisogni per l’invecchiamento della popolazione”.
“Sono scelte politiche nazionali che riteniamo inaccettabili, ma ci sono scelte politiche regionali come questa sulle rette che lo sono altrettanto e che rischiano di avere un impatto peggiore ed immediato per tante famiglie nella nostra regione” concludono.
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