Attualità
15 Gennaio 2024
La referente Sandra Travagli: "Crediamo che sia un nostro diritto essere rispettati e tutelati dall’amministrazione comunale"

Biometano. Si muove l’assessore Balboni: “Chiesta valutazione preventiva del progetto”

(Foto di Riccardo Giori)
di Pietro Perelli | 3 min

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“Partiamo da un’analisi dell’esistente, una valutazione ‘ex ante’ la realizzazione dell’impianto”. L’impianto in questione è la centrale biometano per cui il gruppo di cittadini che si oppone ad essa a Villanova da ormai due anni continua la sua mobilitazione. Il 21 dicembre scorso sono stati finalmente ricevuti dall’assessore all’ambiente Alessandro Balboni (“un incontro a lungo atteso”) grazie alla possibilità data dalla Rete per la Giusitzia Climatica che ha dato disponibilità all’interno di un incontro a loro concesso. Un incontro nel quale hanno fatto diverse richieste all’assessore. Richieste che Balboni ha già confermato di aver girato ai tecnici per una risposta puntuale.

“Questa valutazione preventiva – dice la referente del comitato Sandra Travagli, spiegando le domande fatte all’assessore – consentirebbe di avere un quadro oggettivo, indispensabile per coinvolgere e rendere più consapevoli le persone residenti e i decisori sul reale stato di salute di questa zona rurale e sui reali rischi e ricadute sulla salute delle persone che avrà l’attività prevista“. Un quadro che però ad oggi non è mai stato fatto e che fa quindi sorgere ai cittadini la domanda: “Come si può approvare un impianto che genera agenti inquinanti senza sapere quale sia la situazione di partenza?“.

“Le emissioni in atmosfera autorizzate – fanno sapere – sono per noi decisamente allarmanti” con particolati come “Pm2,5 e Pm10, Nox, Cov, acido solfidrico, ammoniaca e Pfas”. Inoltre saranno da aggiungere “alle emissioni autorizzate le ricadute in termini di inquinamento per l’incremento del traffico pesante legato al conferimento delle ‘materie prime’ alla centrale e al trasporto del digestato prodotto”. Senza contare che rimangono molti dubbi sulla gestione delle acque meteoriche e sulla natura e gestione dell’invaso, denominato ‘lago’”. Un invaso che dovrebbe avere l’estensione di un ettaro e la profondità di 9 metri, “che deve servire da vasca di laminazione, da riserva antincendio, solo occasionalmente, e per approvvigionamento idrico? Quali saranno i criteri costruttivi? Come sarà garantita la non interferenza con la falda?” Un problema non di poco conto se si tengono in considerazione gli eventi atmosferici fuori scala degli ultimi anni che vanno ad alternarsi con momenti di siccità estrema“. Infine chiedono se, “per quanto riguarda la gestione delle terre e rocce da scavo, è possibile conoscere l’individuazione planimetrica dei punti di indagine e l’esito delle analisi di laboratorio?” E se “queste indagini sono state svolte preventivamente al rilascio dell’autorizzazione?”.

Rispetto a queste domande l’assessore Balboni ha fatto sapere ai cittadini di averle girate agli uffici competenti per poter dare risposta. C’è però un altro aspetto che non viene sollevato per la prima volta e riguarda direttamente i politici. “È mancato il coinvolgimento dei cittadini” che non sono stati coinvolti nella fase di presentazione del progetto, pur avendo questo “un impatto molto rilevante sul territorio” e non essendo “stato in alcun modo condiviso e motivato”. Proprio in questi due anni sono mancate le risposte “alle tante richieste fatte per avere misura dell’interesse dell’amministrazione per la tutela della nostra salute e dei nostri diritti”.

Tra l’altro rimangono ancora dubbi rispetto alla delibera del Consiglio comunale del 21 febbraio 2022 sulle varianti urbanistiche con la conseguente “promessa del sindaco di incontrare tutti i cittadini”, incontro mai avvenuto. “Da ormai due anni – hanno detto all’assessore – chiediamo di conoscere la vera natura di questo progetto e di capire le scelte fatte per un intervento che avrà un impatto irreversibile sul nostro territorio. Crediamo che sia un nostro diritto avere informazioni chiare e corrette, crediamo che sia un nostro diritto essere coinvolti, crediamo che sia un nostro diritto essere rispettati e tutelati dall’amministrazione comunale”.

Oltre alle richieste all’assessore il gruppo di cittadini che si oppone alla centrale a biometano a Villanova ha inviato ad Arpae la richiesta di un’istanza di annullamento in autotutela lo scorso 25 novembre con cui si chiede di annullare la proroga concessa alla società costruttrice dell’impianto, la Alvus srl che, come riportato sul sito fa ora parte del Gruppo Vorn. Ad oggi non è arrivata da Arpae nessuna risposta.

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