Nel 2023 lo sport è entrato ufficialmente in costituzione, sancendo la nascita del diritto allo sport per tutti i cittadini e le cittadine italiane. Un momento politico che sarebbe stato da sottolineare alla prima occasione utile, la legge di bilancio, investendo in promozione e diffusione della pratica sportiva.
E invece questo Governo si è dimenticato quasi completamente dello sport, soprattutto di quello di base. Ha fatto pure peggio: quando la legge sul lavoro sportivo non era in vigore, esisteva un fondo dedicato a sostenere l’impatto del costo del lavoro a carico di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche: sono stati messi a disposizione 150 milioni complessivi per gli anni 2021, 2022 e 2023, risorse, pare, poi utilizzate per altre urgenze.
Oggi che le associazioni sostengono davvero i costi del lavoro, il Governo decide di non rifinanziare quel fondo, boccia la richiesta dei parlamentari del Partito Democratico che sollecitava questo impegno, non dà il parere alla proposta di legge (primo firmatario Berruto, ma firmata da tutti i gruppi politici) che, grazie a una extra tassazione sugli utili delle società di scommesse sportive, intende generare un fondo strutturale di 80 milioni di euro annui, con vincolo di utilizzo su promozione dello sport di base, cultura del movimento e stili di vita.
Inserire la parola sport nella Costituzione, doveva generare un nuovo diritto per le persone e quindi un nuovo dovere per gli amministratori di realizzare politiche pubbliche per la promozione della pratica sportiva e del benessere delle persone.
Avrebbe dovuto tutelare la presenza e la convivenza soprattutto delle associazioni e società sportive, che sono soggetti educanti di ogni quartiere, che lavorano sullo sport come vettore di sviluppo psicomotorio, di crescita personale, di abitudine ad una sana competizione, di vera integrazione per tutte le persone di una comunità.
Evidentemente il Governo Meloni è stato troppo impegnato a rinviare l’abrogazione del famoso Decreto Crescita, per garantire i vantaggi fiscali alle società di calcio di Serie A, invece di accompagnare le società sportive di base che, in questo momento sono le uniche impegnate a dare finalmente diritti e dignità al lavoro sportivo: abbandonandole, si abbandonando anche i lavoratori.
Circolo Zona Nord PD Ferrara