Cronaca
10 Gennaio 2024
Per la prima volta, il medico legale Francesco Maria Avato ha potuto spiegare cosa vide durante il primo esame autoptico svolto nel 1990

Processo Bergamini. In aula confronto tra periti sulle autopsie

di Redazione | 5 min

Leggi anche

Campo a fuoco nel copparese

In via Canal Bianco nel Comune di Copparo è andata a fuoco una pressa mentre stava facendo delle balle di paglia in un campo di grano. Le fiamme si sono propagate in un'area abbastanza estesa richiedendo l'intervento di squadre dei vigili del fuoco da Ferrara e da Codigoro

Lutto cittadino ad Argenta per Alessandro Coatti

Lunedì 30 giugno il Comune di Argenta osserverà una giornata di lutto cittadino in occasione dei funerali di Alessandro Coatti a Longastrino, comune in cui è residente la famiglia, tragicamente scomparso lo scorso aprile in circostanze drammatiche

Nadiya sostiene gli studi di 7 studenti Iraniani

Roberto Marchetti dell'associazione Nadiya, insieme a un'altra associazione, Le mille e una notte, ha organizzato sabato sera un incontro per sostenere 7 giovani iraniani che hanno scelto Ferrara (6) e Bologna (1) per i loro studi

di Stefania Scarfò

A distanza di trentaquattro anni dalla sua autopsia (la prima fatta sul corpo di Denis Bergamini quasi due mesi dopo il suo decesso) il dottor Francesco Maria Avato ha finalmente avuto la possibilità di spiegare, per la prima volta in un’aula di tribunale, cosa vide e cosa no sulla salma del calciatore del Cosenza, morto in circostanze sospette il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico.

È stato lui l’unico teste della nuova udienza del processo in Corte d’Assise a Cosenza che vede come unica imputata Isabella Internò.

Incaricato, nel gennaio del 1990 di effettuare l’esame autoptico sul corpo di Denis, in una saletta allestita all’interno del cimitero di Boccaleone, Avato non era mai stato escusso prima, neanche in occasione del processo per omicidio colposo a carico di Raffaele Pisano.

In aula, rispondendo alle domande dell’avvocato Angelo Pugliese che difende Isabella Internò, ha confermato le conclusioni alle quali giunse trentaquattro anni fa ossia che il corpo del giovane “a mio parere era già steso per terra quando è stato sormontato dal mezzo pesante con un moto lento che ne ha causato una breccia all’altezza del bacino con la fuoriuscita delle viscere e una copiosa perdita di sangue che riconosco come causa della morte”.

Nella sua relazione di allora Avato non ha individuato altre fratture se non nella zona del bacino. “Escludo ci possa essere stato un urto con il mezzo e un abbattimento” manifestazioni tipiche di un investimento e sulla circostanza ha affermato: “Mi sono sempre chiesto come abbia fatto a trovarsi sotto al camion e ad avere delle lesioni con tracce di morchia sul corpo. E soprattutto come mai all’apertura della bara mi sono trovato un corpo nudo? Possibile che sia stato sormontato senza vestiti? Dove erano i suoi vestiti? A quel corpo è stato fatto un sopruso“.

Domande alle quali per anni non ha avuto risposte avendo Avato dovuto eseguire l’autopsia senza grosse informazioni in merito a quanto accaduto la sera del 18 novembre 1989: “Ho lavorato praticamente al buio – ha detto in aula rispondendo ai quesiti del pm Luca Primicerio – non avevo alcuna indicazione sulla dinamica dell’incidente, non sapevo nulla del sopralluogo né avevo rilievi fotografici. L’unica documentazione che ebbi fu quella di un’ispezione cadaverica di un mio collega fatta credo nell’immediatezza dei fatti. Non ho avuto nulla dai carabinieri“.

Nella sua relazione del 1990 Avato descrisse un corpo in condizioni didatticamente eccezionali che però oltre alla lesione all’addome presentava qualcosa di rilevante anche a livello polmonare: “I suoi polmoni erano soffici, leggeri, espansi”. E sui polmoni espansi di Denis, sul perché di quella condizione ha ruotato l’intera udienza. Sempre in quella relazione del 1990 Avato parla di enfisema acuto e rottura dei setti alveolari. Ieri ha specificato: “Confermo di aver trovato questa condizione ma non ho potuto andare oltre nelle analisi. Ipotizzo possa essersi trattato di un momento di paura prima del sormontamento del camion”.

Di enfisema acuto e rottura dei setti alveolari parla anche la relazione dei medici legali Bonomo e Crisci a seguito dell’incidente probatorio in cui venne riesumato il corpo di Denis nel 2017. A introdurre il raffronto tra i due esami autoptici è stata l’avvocato di parte civile Alessandra Pisa che ha chiesto al testimone se avesse individuato anche lui, come è avvenuto nel 2017, “plurime aree di stravasi ematici e positività alla glicoforina”. Avato ha rimarcato come il suo esame non abbia evidenziato tali stravasi non avendo egli effettuato esami microscopici: “Non ho mai usato la glicoforina e non credo sia un indicatore univoco – ha dichiarato – Io sono arrivato dove mi sono potuto spingere. Voi (riferito ai periti di parte presenti in aula ) siete andati avanti”. Nel 1990, infatti, gli esami immunoistochimici erano ancora poco impiegati.

Per chiarire alcuni aspetti in contrapposizione il pm Primicerio ha chiesto e ottenuto dalla presidente di Corte Paola Lucente il confronto tra Avato e i consulenti Roberto Testi e Margherita Neri della Procura e Vittorio Fineschi della famiglia Bergamini che, alla luce dell’incidente probatorio, hanno analizzato i reperti del caso e sostenuto la tesi di un’asfissia meccanica violenta come ipotesi della morte di Denis o quantomeno come ipotesi di stordimento prima che il corpo, in limine vitae, venisse adagiato sull’asfalto per poi essere sormontato dal camion.

Si è aperta quindi una discussione medico-scientifica a più voci sulla validità o meno degli esami sulla glicoforina e sul perché i polmoni di Denis si trovassero in una condizione di enfisema acuto con edema e congestione. Mentre per Avato la paura del momento potrebbe aver causato l’espansione polmonare, secondo i tre periti le stesse condizioni testimoniano l’asfissia meccanica violenta da ben distinguere dall’asfissia per schiacciamento nella quale si evidenziano petecchie (in questa circostanza escluse anche da Avato) e nelle quali i polmoni si trovano nella condizione in cui vorrebbero ma non riescono ad espandersi per un peso che li comprime e schiaccia.

Altro argomento sul quale si è tornati con più interrogativi è il cuore di Denis trovato in buone condizioni da Avato ma “vuoto“, privo di sangue. Per lo stesso medico legale questo indica che Denis fosse ancora vivo quando è stato sormontato dal camion e vi è stata la fuoriuscita delle viscere e quindi di un’abbondante quantità di sangue che lo ha portato alla morte. Per Testi, Fineschi e Neri, invece, Denis era già morto o al massimo in limine vitae quando è stato sormontato e la mancanza di sangue nel cuore è giustificata con la perdita naturale di sangue anche dopo la morte attraverso la breccia nel bacino e quindi per disidratazione post mortem, essendo la prima autopsia stata effettuata dopo due mesi dal decesso.

Secondo l’avvocato Fabio Anselmo, legale della parte civile, il confronto ha evidenziato “una differenza generazionale molto marcata tra i tempi in cui ha lavorato Avato, che aveva pochi elementi come detto da lui stesso, e i tempi in cui lavorano tutti gli altri. L’età biologica ha la sua valenza. Oggi la maggior parte dei casi italiani, quando c’è dubbio, vengono risolti con la glicoforina”.

Il processo è stato rinviato al 25 gennaio.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com