Politica
9 Gennaio 2024
Intervento di Sara Conforti sui dati negativi di Ferrara sugli “errori grossolani” della giunta Fabbri

Turismo flop: “Manca la pianificazione”

di Redazione | 4 min

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di Sara Conforti*

“Qual è lo stato di salute del turismo a Ferrara?” E’ la domanda che pongo allo scadere delle festività natalizie, tradizionalmente periodo cruciale per le imprese turistiche delle città d’arte, come la nostra.

Attualmente, disponiamo di pochi dati ma, seppur parziali e provvisori, ci danno alcune indicazioni. Ad esempio, i dati relativi ai pernottamenti fino a fine novembre mostrano che Ferrara decresce (-3,3%) a fronte delle altre città d’arte emiliano-romagnole che registrano incrementi percentuali molto significativi rispetto al pre pandemia come Bologna (+10,3%), Ravenna citta (+17,9), Forlì (+22%), Piacenza (+18,9%) e Modena (+7,3%), e ottimi risultati sui turisti stranieri con incrementi sul 2019 tra il 17 e il 28%, ancora in gran parte assenti a Ferrara (-14,1%).

Anche Comacchio va molto bene e traina i dati provinciali con ottime performance fuori stagione balneare, nei mesi di Gennaio, Febbraio, marzo, settembre, ottobre (+ 86%) e novembre (+79,9%). I primissimi dati sull’occupazione alberghiera nei giorni a ridosso del 31 dicembre, mostrano, poi, un calo, con picchi nella sola notte di Capodanno, contrariamente agli anni passati quando la maggior parte delle prenotazioni si estendeva alle due e tre notti.

Questi primissimi dati suggeriscono urgente la necessità di una riflessione: “stiamo andando nella direzione giusta?”.

Il turismo richiede visione a lungo termine. Vedo lontani risultati che ritengo minimi: l’aumento del numero di pernottamenti e della durata media del soggiorno, la diversificazione dei prodotti e la destagionalizzazione dell’offerta.

Mi dispiace notare come si sia diffusa una narrazione erronea, secondo cui le piazze affollate sono sinonimo di una città turisticamente in salute. Non è così. È quantomai necessario ragionare sull’effetto “doping” dell’investimento sugli eventi, utili ma per loro natura stagionali e saltuari, incapaci di produrre lascito.

Gli eventi sono molto dispendiosi, la comunicazione incalzante ma poco efficace per i mercati turistici. Le linee guida del settore ci dicono, invece, che serve continuare instancabilmente a investire sui prodotti turistici strutturati, città d’arte, cicloturismo, turismo ebraico, enogastronomia, Mice – Meetings, incentive, congress, events, che beneficiano di importanti investimenti da parte di Regione e Destinazione Turistica e su cui è vitale fare sistema con tutti gli operatori coinvolti nella filiera.

E’ stato perso un treno importante con il Pnrr, laddove non sono stati presentati progetti per la realizzazione di spazi per il turismo congressuale e per rilanciare il polo fieristico. Manca una strategia di qualità per aumentare l’attrattività turistica internazionale, per intercettare gli americani che stanno prendendo d’assalto Bologna; il prodotto culturale, che per primo muove gli stranieri, è uscito molto depotenziato dalle scelte di questa amministrazione con mostre che non hanno avuto appeal sufficiente e non sono collegate ad attrattori internazionali né come nomi né come temi dei percorsi espositivi.

La vocazione di Ferrara è in prima istanza culturale e la proposta turistica deve essere a questo coerente: mostre, eventi, convegni, proposta museale diffusa, fiere e concerti devono avere un filo rosso ed essere gestiti in modo meno privatistico, meno calato dall’alto.

La Dmc (Destination Management Company) è troppo piegata sulle scelte di comunicazione dell’amministrazione e poco utilizzata per le proprie competenze specifiche che sarebbero così importanti nella costruzione del prodotto che tanto manca a questo territorio.

E’ un errore grossolano aver sostituito il brand ‘Ferrara città d’arte e di cultura’, un tempo identitario della politica turistica con il più sensazionalistico ‘Ferrara rinasce’, così come lo è aver totalmente abbandonato il datato ma funzionale ‘Ferrara terra e acqua’ che racchiudeva, a completamento dell’offerta turistica cittadina, prodotti come il cicloturismo, i cammini e i percorsi naturalistici, con l’obiettivo di collegare la città d’arte, il Delta del Po e il mare, creando una destinazione ricca di offerte.

C’è una grande assente nella politica turistica cittadina: ‘la pianificazione’. Senza una programmazione pluriennale si centrano solo parte dei risultati attesi perché i mercati esteri, soprattutto quelli a lungo raggio e con capacità di spesa maggiore, pianificano a 12/18 mesi. Pianificare significa, ad esempio, avere un calendario almeno biennale delle mostre temporanee e un programma dei tempi nei quali musei e dimore storiche, ora chiuse al pubblico, torneranno nella disponibilità del mercato turistico.

Mi preme porre infine il tema degli affitti brevi, di grande attualità per le novità normative intervenute. L’extralberghiero cresce in modo esponenziale, ben venga ma affinchè sia una reale risorsa per la città è importante venga gestito nel modo più professionale possibile, correttamente regolamentato e siano svolti tutti i necessari controlli, privilegiando il dialogo con le associazioni di categoria.

Il Turismo non è uno sport individuale, è uno sport di squadra, una città che corre da sola rimane, tristemente, indietro.

*delegata al turismo e alla cultura, segreteria Unione Comunale Partito Democratico

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