Attualità
9 Dicembre 2023
Mario Fornasari: “Il suo dono prezioso mi ha rincuorato e ha riannodato un filo di speranza”

Perse la moglie per una diagnosi sbagliata. Gli scrive Papa Francesco

di Redazione | 3 min

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In questi oltre due anni di sconforto, ha scritto a tutte le autorità interessate, cercando quel conforto o quella comprensione che ritiene di meritare.

Quasi nessuno ha risposto, tranne quell’autorità dalla quale forse meno si aspettava un cenno di ascolto.

A casa di Mario Fornasari, decano dei giornalisti ferraresi ed ex direttore del “Carlino” locale, è arrivata una lettera vergato con la tiara. A firmare la missiva è stato Papa Francesco.

La sua compagna di vita, Elisabetta Marcigliano, spirò il 20 luglio 2021, 34 mesi dopo l’operazione a causa della progressione di un sarcoma uterino.

Per quel decesso, che a suo parere poteva essere evitato, Fornasari, assistito dall’avvocato Alessandra Palma, ha presentato lo scorso aprile denuncia penale per omicidio colposo nei confronti del professore universitario alla guida dell’equipe chirurgica che operò la moglie.

Oltre alle condotte colpose, il marito punta il dito contro altri elementi che verranno sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria. Parallelamente alla causa penale, infatti, Fornasari sta portando avanti anche una azione civile contro l’azienda ospedaliera. Nel frattempo, come detto, ha contattato molte autorità (anche “alle più importanti istituzioni della Repubblica, senza eccessive attese”) dalle quali si aspettava conforto o comprensione per quello che è successo a lui e a sua moglie.

“Nessuno in ospedale o nella modesta sanità ferrarese ha mai espresso nemmeno il più formale rammarico per quanto accaduto in quell’intervento chirurgico – scrive Fornasari su Facebook -, figuriamoci se potevo attendermi qualche risposta da chi oggi deve affrontare scelte difficili in un mondo straziato e sull’orlo del baratro”.

Nessun cenno arrivò “neppure dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, che pure dovrebbe avere una qualche consapevolezza e sensibilità sulla tutela della salute dei cittadini emiliano romagnoli, sulla sanità pubblica regionale e le sue omissioni, sulle omertà emblematiche nelle tue cartelle cliniche dell’ospedale di Ferrara, che furono in parte modificate o addirittura sostituite: gli atti originali mi sono dovuti per legge ma non mi sono mai stati consegnati malgrado le richieste, le diffide e le denunce in sede penale e civile, per ora sottovalutate”.

E poi quella lettera dal Vaticano. Facile immaginare “lo stupore e la fitta al cuore quando ho trovato la risposta di comprensione, condivisione, solidarietà e la benedizione del Santo Padre, nonostante non gli avessi nascosto la mia assoluta mancanza di fede”.

“Va a lui la mia umile e modesta riconoscenza – aggiunge Fornasari -, che mi accompagnerà nel mio residuo percorso di vita. Il suo dono prezioso mi ha rincuorato e ha riannodato un filo di speranza”.

Ma quello di Papa Francesco non è stato fortunatamente l’unico barlume di umanità nella strada di corrispondenza percorsa da Fornasari: “Sono del tutto riconoscente alla rettrice dell’università di Ferrara, professoressa Laura Ramaciotti, che subito mi volle incontrare per capire cosa fosse accaduto ed esprimere la sua partecipazione e vicinanza, di cui gliene sono particolarmente grato”.

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