Settepolesini. È arrivato nei giorni scorsi lo stop alle ricerche dei rottami dell’elicottero che, nella mattinata dello scorso 10 ottobre, è precipitato inabissandosi nel bacino artificiale della Cava Sei di Settepolesini, nel territorio comunale di Bondeno, causando la morte del 73enne egiziano Hazem Bayumi, pilota e proprietario del velivolo, e di Philip Hubert Ter Woort, 62enne passeggero olandese.
Numerosi i pezzi che in queste settimane sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri, oggi custoditi in un magazzino messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Bondeno, dove sono già iniziate le attività dei consulenti incaricati dalla pm Barbara Cavallo – titolare del fascicolo di indagine – e dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo.
A questo proposito, a eseguire gli accertamenti tecnici irripetibili per conto della Procura sarà Stefano Benassi, comandante dell’Aeronautica e coordinatore del settore elicotteri per l’Anpac – Associazione nazionale piloti di aviazione commerciale, oltre che specialista che svolge consulenze in tutta Italia in materia di disastri aerei, eseguirà accertamenti tecnici irripetibili per determinare le cause del sinistro mortale.
La ricostruzione di cosa sia avvenuto in quei tragici attimi però, fanno sapere gli inquirenti, è resa ancora più complicata dal fatto che alcuni dei pezzi recuperati sono veri e propri frammenti, difficilmente analizzabili.
A Benassi e al consulente dell’Ansv, si affiancherà contestualmente anche il Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Parma che svolgerà accertamenti e rilievi, focalizzando i loro esami sulla ricerca di eventuali tracce di materiale infiammabile e chimico nelle parti del velivolo campionate durante il loro sopralluogo e finite sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, che avrebbe potuto portare all’esplosione dell’elicottero.
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