Vendita Amsef, l’allarme delle altre partecipate: “Preoccupati per lavoratori e futuro”
“Come un fulmine a ciel sereno”. È con queste parole che le Rsu di Afm e Ferrara Tua commentano l’intenzione del Comune di Ferrara di vendere Amsef
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La seconda edizione del Festival Nazionale dei Presepi Viventi Ucraini è stata presentata, martedì 16 dicembre, nella sala Arengo della residenza municipale di Ferrara
I Carabinieri della Stazione di Pontelagoscuro, coadiuvati dalle Stazioni di Baura e Porotto, hanno intercettato due individui sospetti nel corso della notte
Chiuso senza accordo il tentativo di conciliazione in Prefettura, convocato dopo lo stato di agitazione proclamato da sindacati e Rsu aziendali del Comune
Quasi tutte le 199 domande di ammissione al passivo presentate - fino a oggi - dai creditori per il fallimento della Spal 2013 Srl di Joe Tacopina sono state esaminate e ammesse come proposto dal curatore fallimentare Aristide Pincelli per un totale di 13 milioni e mezzo di euro. Fa eccezione la richiesta avanzata da Banca Ifis Spa
Dieci mesi ciascuno. È quanto ha chiesto ieri (7 dicembre) – al termine della propria requisitoria – il pm Ciro Alberto Savino per i tre sanitari di una casa di cura privata della città finiti a processo con l’accusa di omicidio colposo in concorso per la morte dell’82enne Francesca Branchini, avvenuta il 9 settembre 2017.
La donna, che aveva accusato forti dolori all’addome, si era recata inizialmente all’ospedale di Cona. Qui le era stato consigliato un ricovero di osservazione, ma tornò a casa. Salvo poi tornare il giorno successivo, per il peggioramento della situazione, e venne ricoverata nella casa di cura, dove le venne diagnosticata una sub occlusione intestinale, con prescrizione di terapia farmacologia.
La situazione non migliorò, tanto che venne trasportata d’urgenza nuovamente a Cona, dove morì nel pronto soccorso circa mezz’ora dopo il suo arrivo.
L’ipotesi della Procura è che i sanitari della casa di cura abbiano sottovalutato i sintomi ed effettuato una diagnosi non corretta. Secondo i consulenti del pm, infatti, la donna stava soffrendo per una occlusione intestinale, e non per una sub-occlusione, così come anche gli stessi periti nominati dal giudice hanno confermato nella loro relazione, durante l’ultima udienza.
Oltre a comprovare l’errore di valutazione dello stato di salute della vittima però, nei loro accertamenti, i due esperti hanno anche appurato che la donna, durante la propria degenza, non sarebbe stata adeguatamente idratata, fino al sopraggiungere dell’infarto che l’avrebbe stroncata.
Inizialmente era stato indagato anche il medico del pronto soccorso, che è stato assolto in rito abbreviato.
Per i tre sanitari rimasti a processo, difesi dagli avvocati Claudia Pelà e Paolo Cristofori, la sentenza è attesa per il 30 gennaio.
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