Attualità
7 Dicembre 2023
"Come organizzazioni sindacali a più riprese abbiamo denunciato le frequenti criticità e irregolarità riscontrate in queste strutture, sollecitando un'attività costante di controllo e vigilanza"

Cgil, Cisl e Uil intervengono sul blitz nelle case famiglia

di Redazione | 2 min

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“Leggiamo con “piacere” del blitz effettuato dalla Polizia locale ‘Terre Estensi’ in alcune case famiglia del Distretto Centro Nord”. Inizia con queste parole l’intervento di Cgil, Cisl e Uil che poi però aggiungono: “Il ‘piacere’ (si fa per dire) è legato al fatto che come organizzazioni sindacali a più riprese abbiamo denunciato le frequenti criticità e irregolarità riscontrate in queste strutture, sollecitando un’attività costante di controllo e vigilanza, così come abbiamo portato il nostro contributo in occasione dell’adozione di un regolamento unico provinciale per le Case famiglia”.

Due sono i principali nodi irrisolti da quel confronto secondo le sigle sindacali: “Il primo appunto sulla necessità di operare un monitoraggio rispetto ai controlli a carico delle istituzioni dei comuni e il secondo relativo alla nostra richiesta di applicazione al personale che opera in tali strutture dei contratti collettivi nazionali di lavoro di settore firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative (condizione che non compare nemmeno fra gli elementi qualitativi richiesti per rientrare nella ‘Lista case famiglia di qualità’ verso cui orientare i cittadini che si rivolgono al servizio sociale territoriale)”.

Specificano infatti che “l’azione sindacale, oltre a garantire il rispetto delle regole del lavoro e dei diritti degli operatori (spesso donne straniere, senza qualifica, con condizioni gravose e  sottopagate) potrebbe rappresentare un implicito controllo a garanzia degli aspetti  giuslavoristici (non solo a favore delle maestranze ma anche nei confronti degli  operatori del settore evitando concorrenza sleale fra gli stessi) e di conseguenza della qualità dell’ assistenza agli anziani ospiti”.

“Le Case Famiglia – concludono – possono svolgere un’importante funzione di supporto ad anziani e  famiglie, ma devono essere improntate all’adozione di processi assistenziali e di  lavoro di qualità e giustamente retribuito. Abbiamo chiesto a tutti i Comuni,  nell’atto di adozione da parte del consiglio comunale del regolamento licenziato dalla Ctss, di inserire la la previsione del Ccnl di settore siglato dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative come requisito per le Case Famiglia. Poche  amministrazioni (al momento Portomaggiore, Argenta ed Ostellato) hanno risposto  positivamente. Cogliamo l’occasione di questi controlli per rinnovare l’invito”.

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