Politica
7 Dicembre 2023
L'esponente dem applaude l'approvazione unanime della legge: "Ripercussioni positive non solo perché si smette di ‘punire’ chi è stato ammalato"

Oblio oncologico. Boldrini (Pd): “Svolta epocale che parla di parità nei diritti”

di Redazione | 2 min

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Con l’approvazione unanime, martedì 5 dicembre, del Senato, la legge sul diritto all’oblio oncologico è realtà. Se ne parlerà oggi (giovedì 7 dicembre), alle 18, al circolo Pd Lio Rizzieri di Porotto con Paola Boldrini, responsabile nazionale Pd sulla Medicina di genere nonché vice presidente Intergruppo parlamentare su patologie croniche.

Del disegno di legge sull’oblio oncologico – che recepisce la risoluzione europea del 2022 – Boldrini è stata infatti fautrice come vice presidente della Commissione Sanità in Senato. Con l’imminente entrata in vigore della legge (dopo la pubblicazione in gazzetta, ndr), chi è clinicamente guarito da 5 anni senza successiva insorgenza di recidive per complessivi 10, potrà accedere a mutui, stipulare assicurazioni e soprattutto procedere all’adozione. Prerogative finora negate.

A definirne i contorni è un testo di 5 articoli che garantendo anche la scomparsa di dati sensibili dopo il tempo indicato “supera lo stigma, o comincia a farlo” commenta Boldrini. “È una questione di civiltà”, sintetizza, ricordando che circa il 6 per cento della popolazione è affetta da patologia oncologica e declinando i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, da cui si evince che in Italia, nel 2022, sono state oltre 390 mila le nuove diagnosi di cancro. Di queste, 205 mila hanno colpito uomini e 185 mila donne. Complice l’invecchiamento della popolazione, “i numeri sono in aumento – chiarisce Boldrini -. Non è pensabile che una fetta della popolazione non debba godere di diritti costituzionalmente garantiti una volta che dalla malattia si è guariti, perché dal cancro, grazie all’evoluzione delle terapie, si guarisce”.

La chiosa: “Questa legge rappresenta una svolta epocale con ripercussioni positive non solo perché si smette di ‘punire’ chi è stato ammalato, ma perché parla di parità nei diritti. I benefici, in un Paese in cui si lamenta la poca progettualità dei giovani e la precarietà delle famiglie, sono anche a livello sociale”.

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