Comacchio
5 Dicembre 2023
Gli esponenti regionali del Partito Democratico sollecitano il senatore Balboni: "Aspettare altri due mesi è preoccupante. Servono indennizzi e misure fiscali immediate"

Granchio blu. Zappaterra e Fabbri (Pd): “Il governo faccia presto con lo stato di calamità”

di Redazione | 2 min

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“Bene che il senatore Balboni sia andato a incontrare i consorzi dei pescatori a Goro, si sarà reso conto della gravità della situazione e avrà anche capito che aspettare altri due mesi è un problema per chi non sa più come guardare al futuro rispetto al proprio lavoro e alla stabilità economica. Aspettare altri due mesi per lo stato di calamità dopo otto mesi di impegno delle istituzioni sul granchio blu è preoccupante per chi non riesce più ad aspettare neanche due settimane. Crediamo che i pescatori si aspettassero qualcosa di più. Pensare che possano sopravvivere in qualche modo fino all’inverno inoltrato, senza poter nel frattempo contare su un sostegno adeguato è difficile da digerire”.

I consiglieri regionali Pd Marcella Zappaterra e Marco Fabbri, che giovedì (30 novembre) erano al fianco di istituzioni e pescatori a Porto Tolle quando è stato dichiarato lo stato di agitazione del settore acquacoltura e molluschicoltura e che dall’inizio seguono il problema, sollecitano Balboni a fare presto.

“Il senatore è portavoce del Governo e gli chiediamo di impegnarsi per non perdere altro tempo. L’invasione del granchio blu e la grave minaccia ambientale ed economica all’ecosistema dell’Alto Adriatico non si è chiusa con la stagione estiva. E non si può procrastinare la definizione di un piano nazionale di contenimento della specie alloctona e lo studio di strategie che consentano sul piano biologico di evitare che il granchio blu cancelli la produzione delle vongole lungo le nostre coste. L’attesa porta solo ad un ulteriore impoverimento delle imprese locali” continuano Zappaterra e Fabbri.

“Speriamo di essere smentiti, ma la sensazione che il problema risulti particolarmente sentito solo in poche aree, comprese per lo più tra Comacchio, Goro e Porto Tolle, e il Governo non abbia percepito la necessità di un impegno vigoroso è forte. Da luglio stiamo chiedendo a gran voce lo stato di calamità (non lo stato di emergenza) come dimostrano gli ordini del giorno approvati nei consigli comunali della provincia di Ferrara. Se il ministero si fosse mosso prima, forse a quest’ora avremmo già lo stato di calamità e le misure straordinarie per sostenere le imprese e i redditi di decine e decine di famiglie tra Emilia-Romagna e Veneto. Il detto ‘meglio tardi che mai’ non è sempre una consolazione. Servono indennizzi e misure fiscali immediate” concludono i consiglieri dem.

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