Il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Oltre un miliardo di persone, circa il 15% della popolazione mondiale, vive con qualche forma di disabilità.
Questa la fotografia scattata dal primo Rapporto Mondiale sulla Disabilità, messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e Banca mondiale.
La disabilità colpisce maggiormente donne, anziani, bambini e adulti in condizione di povertà.
Al primo posto tra le problematiche socio-comportamentali troviamo la discriminazione, unitamente alla mancata assistenza sanitaria e di riabilitazione, per passare poi alle barriere architettoniche: trasporti pubblici, edifici e tecnologia informativa inaccessibili.
La disabilità riguarda tutti, nessuno escluso: direttamente o indirettamente il problema è presente e si aggraverà all’aumentare della popolazione mondiale, dell’invecchiamento della popolazione nei paesi avanzati in particolar modo quando si pongono dei freni di accesso da parte di popolazioni ridotte alla disperazione per ragioni di malnutrizione guerre e carestie.
I governi nazionali e locali dei paesi avanzati dovrebbero favorire politiche d’integrazione e d’insediamento da parte dei migranti offrendo, come già accade nell’assistenza agli anziani, possibilità di lavoro nell’ambito dell’assistenza domiciliare formando personale specializzato nell’assistenza di persone disabili. La solidarietà è il superamento della solitudine, la creazione di reti familiari allargate, di scambi culturali ed economici: la piaga della solitudine coinvolge soprattutto chi non è ritenuto abile alla vita.
L’attuale amministrazione di Ferrara da parte sua ha dimostrato di offrire il minimo in ambito assistenziale per una città che è costituita da persone anziane per la maggior parte della popolazione.
La mancanza di relazioni e la quasi inesistente presenza di centri di aggregazione sociale hanno acuito il senso di solitudine e depressione.
La soluzione potrebbe consistere nell’aggregare centri per anziani con centri rivolti a bambini in difficoltà familiari conclamate.
L’aggregazione intergenerazionale in paesi del nord Europa ha prodotto effetti prodigiosi, allungato la vita ed il benessere degli anziani, maggiore consapevolezza di sé senso di responsabilità verso il prossimo, sviluppo delle relazioni sociali e significativo incremento di affettività familiare.
Parliamo di azioni di progetti e attrezzatura e ci dimentichiamo che dobbiamo lavorare sul patrimonio umano offrendo spazi e professionalità al terzo settore.
Il compito dell’amministrazione dovrebbe insistere sul creare opportunità di lavoro marginale offerte a persone ormai in pensione ma ancora attive e capaci in grado di offrire servizi a titolo gratuito per chi li richiede e garantendo un valore economico minimo per chi si rende disponibile, totalmente esentasse. Un capitolo speciale merita il fatto che troppe aziende scelgono di pagare la sanzione, piuttosto che assumere personale con disabilità: il gruppo di Ferrara in Azione sta lavorando ad una proposta da portare in Parlamento.
Il diritto al lavoro, in questo caso ancor di più, un diritto alla felicità.
Andrea Bertoldi, componente direttivo provinciale di Azione Ferrara