di Claudia Zamorani*
Anche allora tutto cominciò con un libro. Una storia tragica su cui la Costituzione ha inteso scrivere la parola fine
Un appuntamento organizzato a sei mesi dalle elezioni amministrative dall’associazione Ferrara cambia, costola dell’omonima lista civica fondata dall’assessore Andrea Maggi, il fieramente civico moderato prestato alla politica che alle ultime elezioni amministrative ha contributo a eleggere a Ferrara il sindaco leghista Alan Fabbri con l’8,5% dei voti, portando a casa, oltre a un assessorato, 3 consiglieri comunali. Un botto.
Nel dicembre 2019 la lista civica è stata trasformata in associazione di promozione sociale, di cui l’assessore ha mantenuto la presidenza onoraria, con l’intento dichiarato di valorizzare la cultura ferrarese anche attraverso convegni a tema con ospiti qualificati.
Tra gli ospiti qualificati del giro pre-elettorale del 10 dicembre pare essere arrivato il turno del generale Vannacci e delle sue discusse tesi razziste, sessiste e omofobe, che sbarcherà proprio nella città di Giorgio Bassani, della lapide dei deportati di via Mazzini, dell’eccidio del Castello su gentile invito della politica, anche se sotto le mentite spoglie poco coraggiose dell’associazionismo culturale.
Il motivo, spiegano gli organizzatori, è che credono fortemente che la diversità di opinioni favorisca una comprensione più ampia delle questioni.
Per aprire le menti, insomma. E apriamocele, quindi, con qualche breve anticipazione. E soprattutto ricordiamocelo bene a giugno quando andremo a votare.
Perché la Costituzione, pur garantendo la libertà di manifestazione del pensiero a tutti, dice anche che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Ecco come si esprime l’autore in questione:
Su Giulia Cecchettin: “Tutte le violenze sono gravissime, non solo quelle verso le donne. Non sono d’accordo su accuse a patriarcato e mentalità maschilista. In Italia non esiste più il patriarcato”.
Sugli omosessuali: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani normali concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo”.
Sul razzismo: “Si spende di più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale.
I tratti somatici della pallavolista Paola Egonu? Non rappresentano l’italianità”.
Sulla parità: “L’uomo non è uguale alla donna, così come la bestia non è uguale all’uomo e un pesce non è uguale a un mammifero. Le donne che si battono per la uguaglianza sono come moderne fattucchiere convinte che solo il lavoro e il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone e dal marito che schiavizza, mentre invece tutto andava meglio quando uno dei genitori, generalmente la madre, si prendeva cura della famiglia”.
Quella di Vannacci e delle sue parole che seminano odio e intolleranza è una storia già vista e purtroppo vissuta. Una storia sulla quale la Costituzione repubblicana ha inteso scrivere la parola fine. Del resto, anche quella storia iniziò con un libro. E non occorre certo ricordare qui quale fu il suo tragico epilogo.
Basta con questa politica spregiudicata, in una città che merita di più e di meglio.
Qui la petizione su Change.org contro la propaganda di Vannacci a Ferrara.
*gruppo Finalmente 2024-Ferrara
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