Cronaca
2 Dicembre 2023
Il Mit avrà tempo fino alla prossima udienza del 26 gennaio per prendere una decisione. Settantadue le persone per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio: la maggior parte ha scelto l'abbreviato o il patteggiamento

Mazzette Motorizzazione. Manca la costituzione di parte civile del ministero dei Trasporti

di Davide Soattin | 3 min

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Hanno un’età compresa tra gli 11 e i 13 anni i quattro giovanissimi individuati dalla Polizia Ferroviaria di Ferrara che il 26 giugno scorso avrebbero posizionato dei sassi sui binari nella stazione di Pontelagoscuro, mettendo a rischio la propria incolumità e quella di numerosi viaggiatori su una linea ferroviaria, la Bologna-Venezia

È iniziata ieri (venerdì 1° dicembre) l’udienza preliminare per la maxi-inchiesta sulle mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scardinato grazie all’operazione Ghost Inspections, eseguita dagli uomini della Polizia Stradale e dalla Guardia di Finanza, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 72 persone.

Di queste, in linea di massima, davanti al gup Danilo Russo, ventisei avrebbero chiesto di essere giudicate con rito abbreviato, ventisette dovrebbero essrere nuovamente interrogate per poi patteggiare, mentre le restanti diciannove dovrebbero proseguire infine con la discussione dell’udienza preliminare.

La prossima udienza è stata fissata per il 26 gennaio.

A quella data si saprà anche se il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – a cui fa capo la Motorizzazione Civile – avrà scelto di costituirsi parte civile nel procedimento, dal momento che, allo stato attuale, una decisione in tal senso non è ancora arrivata.

L’inchiesta è iniziata nel novembre 2018. Da allora gli inquirenti hanno documentato, fino a maggio 2019, il sistema di piccole ma innumerevoli tangenti (“piccole corruzioni” le hanno definite gli investigatori), dai 100 ai 250 euro, versate da autotrasportatori di mezz’Italia in cambio di false revisioni su mezzi pesanti, camion e autotreni malandati (358 i mezzi pesanti che circolavano con potenziale pericolo per la sicurezza stradale).

Un sistema, che aveva le proprie basi a Ferrara, a partire da due funzionari della Motorizzazione Civile, scardinato grazie all’operazione Ghost inspections che portò inizialmente tre persone in carcere e quattro ai domiciliari.

Al centro dell’inchiesta ci sono finiti Cesare Franchi, 65 anni, ingegnere della Motorizzazione di Ferrara addetto alle prove di revisione, Edoardo Caselli, 63 anni, copparese, anch’egli ingegnere della Motorizzazione, e Alessandro Barca, 62 anni, ferrarese, titolare della “All service srl”, oggi davanti al giudice.

Trentacinque indagati, approfittando del beneficio dello sconto di pena per chi collabora nelle indagini su delitti contro la pubblica amministrazione, hanno preferito parlare e da lì è iniziata la reazione a catena che ha portato a indagare oltre 200 persone. Alcune erano semplici prestanome o erano all’oscuro di quanto compiuto da un intermediario e, dopo le opportune verifiche, sono stati scagionati.

Nel corso dell’inchiesta sono state sequestrate anche 358 carte di circolazione, molte restituite dopo l’esecuzione delle revisioni, mentre un centinaio sono entrate nel fascicolo del sostituto procuratore, e per 168 veicoli è stata effettuata una revisione straordinaria come accertamento tecnico irripetibile.

Col pm Andrea Maggioni – titolare del fascicolo di indagine – hanno collaborato il luogotenente della finanza Roberto Piscitelli, l’assistente capo della Polstrada Ignazio “Alan” Monari e il viceispettore Fabio Zaccarini, i comandanti della Gdf Antonio Onorato e Massimo Ciarlantini, gli appuntati della Gdf Luca Vitiello e l’appuntato Sergio Boccia, oltre che l’agente scelto Giuseppe Badalì.

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