Politica
29 Novembre 2023
Interrogazione della capogruppo Silvia Zamboni: "Stralciata la zona C, prelazione solo su aree A e B di Ortazzo e Ortazzino"

Parco Delta del Po: Europa Verde vuole chiarimenti sulle aree dell’annunciato riscatto da parte dell’Ente Parco

di Redazione | 4 min

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Rimane alta l’attenzione da parte del Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sulla vicenda dell’area nota come Ortazzo e Ortazzino nel Parco Delta del Po in provincia di Ravenna. Vicenda che nei giorni scorsi ha avuto un importante sviluppo con l’annuncio dello stanziamento di 437mila euro da parte di Regione e Comune di Ravenna per permettere all’Ente Parco di esercitare il diritto di prelazione. La Regione ha reso noto che le aree A e B rientrano tra quelle che la Legge Quadro sulle Aree Protette consente di riscattare, mentre per quanto riguarda la restante area C, questa non può per legge essere oggetto di prelazione.

Ciò comporta che il già tardivo esercizio del diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco del delta del Po, a quasi nove mesi dalla vendita tra privati, riguarda le sole zone A e B (circa 420 ettari) escludendo la zona meno protetta in fascia C (poco meno di 80 ettari). Un esito che in realtà sembra contrastare con quanto indicato nel contratto di compravendita tra l’Immobiliare Lido di Classe SpA e la Cpi Real Estate Italy Spa dell’1 marzo 2023, dove il diritto di prelazione riguardava tutto il comparto Ortazzo e Ortazzino. A tal proposito, lo scorso 21 novembre il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, intervistato dal Tgr Emilia-Romagna, ha dichiarato che “la legge prevede che laddove non siano state espletate correttamente le procedure per far esercitare la prelazione, il parco abbia un anno di tempo per poter riscattare alla medesima cifra alla quale era stata acquistata l’area” e ha aggiunto che “il parco si è premurato di informare tutti che è sua intenzione agire sul riscatto sulla prima vendita”.

Per fare luce su questi aspetti contraddittori, la capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni ha presentato un’interrogazione urgente nell’ambito del question time dell’Assemblea legislativa. In particolare, la consigliera ha chiesto se il diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco sulla prima compravendita comprenda le tre aree A, B e C, o se sia esclusa l’area C, e se si procederà, il più celermente possibile, al passaggio di classificazione da zona di tutela C a zona B per aumentarne il livello di protezione.

“La risposta ricevuta in Aula dal sottosegretario alla Presidenza Davide Baruffi non ha fugato le mie perplessità in merito allo stralcio della zona C nella procedura di prelazione da parte dell’Ente Parco che quindi verrà esercitata per le sole zone A e Bdichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vice presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. “Appare evidente la contraddizione rispetto a quanto riportato nel contratto di compravendita tra l’Immobiliare Lido di Classe SpA e la Cpi Real Estate Italy SpA del 1 marzo 2023: “essi [tutti i terreni del comprensorio, ovvero quelli classificati in area A, B, e C oggetto di compravendita] sono ricompresi nell’ambito della Riserva Naturale del “Parco del Delta del Po dell’Emilia Romagna”, istituito nel 1988 con Legge Regionale n. 27/88; a tal riguardo, la Parte Venditrice precisa di aver effettuata, a mezzo comunicazione P.E.C. inviata il 19 ottobre 2022 (protocollo di ricezione del 19 ottobre 2022 n. 9615), la notifica al detto Ente Parco prescritta dall’art. 15, comma 6, della Legge n. 394/1991, ai fini dell’esercizio, entro il termine di tre mesi dalla detta notifica, del diritto di prelazione eventualmente spettante all’Ente Parco stesso.

Per quanto riguarda la riclassificazione della zona C in zona B, supportata da un recente parere di Ispra inviato su loro richiesta a un gruppo di associazioni ambientaliste, l’annuncio di un possibile percorso che prevede la valutazione delle condizioni tecniche da parte dell’Ente Parco, che dovrà anche modificare il Piano del Parco, non mi lascia tranquilla, considerata la preoccupante imperizia dimostrata in tutta questa tormentata vicenda da chi presiede uno dei più importanti parchi naturali d’Europa, che non si è dimostrato all’altezza del compito di tutelare un’area ricchissima di biodiversità faunistica e floristica. A tal proposito, come Verdi rilanciamo la richiesta che si porti a termine il percorso di fusione dei due parchi regionali del Delta del Po divisi tra quello che insiste sul territorio della Regione Veneto e quello che insiste sul territorio della Regione Emilia-Romagna, per coordinare le azioni di tutela e ottimizzare le risorse a disposizione” – conclude la consigliera Zamboni.

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