Eventi e cultura
28 Novembre 2023
l'intervento della nota filosofa ha avuto per oggetto “Il singolarismo tra cibo e clemenza”

Il “Vergani-Navarra” incontra Francesca Rigotti

di Redazione | 3 min

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Lunedì 27 novembre il Vergani-Navarra ha incontrato la professoressa Francesca Rigotti, nota filosofa italiana, ex insegnante presso l’Università di Göttingen e presso l’Università della Svizzera italiana, autrice per Einaudi, Il Mulino, Raffello Cortina, Bollati Boringhieri e altre prestigiose case editrici.

L’intervento della professoressa Rigotti, svolto presso il salone di Palazzo Pendaglia, ha avuto per oggetto “Il singolarismo tra cibo e clemenza”. La tematica del singolarismo, a cui l’autrice ha dedicato il volume “L’era del singolo”, edito da Einaudi nel 2021, è stata oggetto di confronto con il pubblico del Vergani-Navarra, che ha apprezzato l’intervento al contempo colto, arguto e ironico dell’autrice.

L’avvio della discussione è stato caratterizzato dall’analisi del cambiamento che ha investito la scuola in tempi recenti: fino a pochi anni fa la scuola era basata sulla centralità del programma, uguale per tutti gli alunni. Era una scuola in cui – sostiene Rigotti – «gli allievi imparavano allo stesso ritmo allo stesso modo le stesse nozioni». La scuola odierna è cambiata: è interessata alla singolarità dell’alunno, alla personalizzazione, promette felicità e benessere per il singolo, vede nell’alunno «un unicum da stimolare nella sua peculiarità: per lui/lei si cercano scuole eccellenti e creative, con pretese di adattamento alle esigenze individuali».

La trasformazione della scuola è stata inquadrata da Francesca Rigotti all’interno di un più ampio processo di cambiamento, che l’autrice chiama singolarismo, e che, secondo Rigotti, caratterizza la contemporaneità. Il singolarismo consiste nella tendenza generale a cercare sempre più ciò che è speciale, ciò che non è standardizzato, ciò che è specifico e individuale, e che pertanto conferisce a ciascuno di noi un carattere unico e irripetibile, come se la nostra vita dovesse essere un’opera d’arte e dovesse distinguersi da quella di tutti gli altri.

La professoressa Rigotti ha identificato questa tendenza al singolarismo in molteplici altri aspetti della contemporaneità: dalla cura del corpo («tatuato, nominato, truccato, allenato, palestrato, cesellato ad arte e medicalizzato a oltranza») all’alimentazione ricercata («il cibo deve essere autentico: sano, genuino, organico, locale, come nella proposta di quel centro d’incubazione dell’ideale singolarista che è Slow Food con la sua triplice regola di cibo buono, pulito, giusto»); dalla ricerca di spazi abitativi unici e personalizzati, con arredi destandardizzati e fatti a mano, al distanziamento fisico, che porta ad isolarsi dagli altri e ad evitare il contatto (abbracci, baci, strette di mano, «oggi non si dorme più nello stesso letto») già da prima che intervenissero le misure anti-Covid; dalla scelta di nomi singolari per i nostri figli al rapporto con la morte; dalla ricerca della felicità personale e singolare sino alla dimensione del singolarismo nella politica, in cui la personalità unica ed eccezionale del leader sta assumendo più rilevanza, ai fini del consenso, rispetto all’attenzione sui programmi.

Durante l’incontro l’autrice ha spaziato anche sulla tematica del cibo speciale dell’individuo singolarista, argomento particolarmente apprezzato dal pubblico dell’Istituto Vergani-Navarra. «L’incontro con Francesca Rigotti – sostiene Massimiliano Urbinati, dirigente dell’istituto – è stato il primo di una serie di occasioni che avranno come obiettivo di arricchire e premiare la comunità del Vergani-Navarra, che avrà il privilegio di dialogare direttamente con rappresentanti di rilievo del panorama filosofico, scientifico, culturale. Oltre ad essere un riconoscimento per il loro lavoro, questi incontri dovranno restituire ai docenti l’imprescindibile funzione di ricercatori e di pionieri dell’innovazione, entrambi aspetti centrali nell’identità del Vergani-Navarra».

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