Come accolgo con entusiasmo la candidatura a sindaco dell’avvocato Anselmo, così accolgo con maggior favore la ‘fuga’ di Italia Viva dalla coalizione guidata dallo stesso Anselmo . Vediamo il perché.
Italia Viva esprime una corrente politica che minimizza sia il concetto di pensiero comunitario sia l’importanza dei servizi pubblici locali, insieme ai principi che ne scaturiscono, infatti questa realtà politica vede diminuire il proprio consenso, diventando sempre più marginale. Tuttavia, la questione reale non si limita a questo: un’altra domanda sorge spontanea – i valori legati alla comunità sono davvero obsoleti? Dobbiamo bollarli come estrema sinistra per sotterrali nell’angolino dei sogni? Il desiderio di vivere in un contesto comunitario, con occupazioni sicure, in quartieri tranquilli e con relazioni familiari stabili, servizi pubblici veramente pubblici , rappresenta effettivamente un sentimento antiquato? Oppure, al contrario, tali valori non costituiscono piuttosto un’alternativa molto più persuasiva al liberalismo sfrenato, che trasforma i membri di una comunità in singoli utenti privi di voce e decisione? Liberismo che ha spinto le amministrazioni composte anche da Luigi Marattin oggi portavoce di Italia Viva a traghettare i servizi pubblici nella sfera del privato tagliando fuori di fatto i cittadini. Ecco che trovo assolutamente coerente l’uscita di Italia Viva da una coalizione generata da valori completamente opposti ai suoi.
Mentre Italia Viva ha fatto la sua scelta, il PD non sa bene ancora cosa vuol fare da grande , pur potendo toccare con mano oggi , i risultati e i danni prodotti da quel liberismo , temo sia ancora il suo ‘faro’ , la sua fonte di ‘valori’ .Al tavolo delle trattative per appoggiare Anselmo qualcuno potrebbe aver detto parliamo di tutto ma non di Hera , saremmo al lupo senza pelo ma col vizio ben radicato. Il ‘liberismo’ di sinistra nasconde sotto il tappeto del ‘cittadino del Mondo’ una visione meno ‘nobile’ , vale a dire flessibilità nel lavoro , mercato mondializzato delle merci e dei servizi ma non dei diritti per i lavoratori per cui le imprese diventano mobili e vanno dove costa meno produrre perché trovano meno diritti da pagare . Fine anni novanta ,ricordate cosa diceva a Ferrara la ‘sinistra liberista’? Aveva adottato un paio di slogan per far passare lo scippo dei beni comuni nel privato ‘grande è bello , faremo economie di scala grazie alle grandi dimensioni e al sistema privato dipinto nell’immaginario come più efficiente .Allora si ‘corre’ dal notaio per trasformare in SPA il Consorzio Acosea . Con un atto notarile si passa in sordina dal diritto pubblico al privato . Pericolosa scelta generata da pericolose illusioni per i cittadini , al contrario quella scelta genera profitti considerevoli per gli azionisti che ogni anno , senza muovere un dito, beneficiano di cospicui dividendi ed è sempre Natale per pochi . Ansemo viene etichettato come ‘legal-star’ , per uno che si occupa prima di tutto del benessere dei cittadini più deboli questa etichetta è certamente priva di ‘bottiglia’ di contenuti . Una volta la sinistra non rappresentava le élite ma i più svantaggiati , voler dare a tutti l’opportunità di studiare e di farsi strada nella vita era uno dei valori al quale si deve tornare